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Fernando Solanas: “In Argentina ci sono oligarchie potenti che stanno distruggendo le Ande”

Il regista argentino è stato recentemente in Italia per presentare il suo documentario “La tierra sublevada: oro impuro”, dedicato allo sfruttamento delle miniere andine. Ha annunciato alla stampa che si candida a capo di una coalizione ambientalista e di movimenti sociali alle presidenziali argentine del 2011.

Fernando Solanas, regista e politico, fumettista e intellettuale di Buenos Aires, 75 anni, che ha da poco annunciato la propria candidatura alle presidenziali argentine del 2011, denuncia la devastazione ambientale e le nuove oligarchie legate al business estrattivo che sventrano le montagne, inquinano le acque e diffondono cianuro nell’ambiente: sono le cosiddette megaminiere, grandi giacimenti a cielo aperto che hanno invaso le Ande argentine.

Il suo ultimo lavoro “La tierra sublevada: oro impuro”, dedicato proprio alle estrazioni di metalli nelle sulle vette andine, è il penultimo capitolo di una serie di documentari che fotografano l’Argentina a partire dalla crisi economica del 2001.

Come si manifestano gli interessi delle compagnie estrattive dell’oro, come descritto nel suo film?

“Credo che sia finita l’epoca delle miniere di carbone – racconta il regista –. Oggi si preferisce far saltare la montagna e sbriciolare le rocce, per poi dividere l’oro dagli altri metalli attraverso processi chimici altamente inquinanti”. Una megaminiera utilizza ogni giorno tra 30 e 40 tonnellate di cianuro, 100 milioni di litri di acqua potabile e grandi quantità di esplosivi. Sostanze che inquinano le acque sin dalla fonte, perché i giacimenti si trovano solitamente tra le montagne andine. “L’Argentina, con la cordigliera delle Ande, è il sesto bacino metallifero del mondo – racconta Solanas – e le multinazionali sono installate nel Paese sin dagli anni ’90, con le politiche liberiste attuate dall’allora presidente Carlos Menem”.

“Una sola miniera è capace di produrre una ricchezza quattro volte maggiore di quella di un’intera provincia: con un tale potere economico – spiega Solanas – alle società di estrazione basta un po’ di denaro per conquistarsi molto consenso. Così in Argentina si creano delle nuove oligarchie legate al sistema di produzione”. Forti delle proprie capacità economiche, le società riescono spesso a gestire in prima persona le indagini sull’impatto ambientale delle miniere. A volte – è il caso della provincia di Catamarca, dove ha sede la più grande miniera di tutto il Paese – le istituzioni entrano in società con i gestori del giacimento stesso.

Lei nel suo film descrive però un tessuto di società civile che però non ci sta a subire tutto questo, e sembra che qualcosa si stia muovendo…

“In un primo tempo, le persone si sono lasciate ingannare dalle promesse di sviluppo e ricchezza. Oggi, invece, in seguito alle lotte della popolazione e dei contadini contro l’inquinamento, lo sfruttamento e le malattie portate dalle miniere, in 7 province argentine questo tipo di giacimenti è stato dichiarato illegale. La stessa cosa è stata fatta ad esempio dalla Comunità Europea, che a maggio di quest’anno ha raccomandato a tutti i Paesi membri di proibire le miniere a cielo aperto in cui si utilizzi cianuro”.

“E’ per questo motivo che il film si chiama Tierra Sublevada – continua Solanas – poiché la Terra, e coloro che la abitano, si solleva, si ribella di fronte a tanta contaminazione ed a tanto sfruttamento.”

“Il film ha la forma di un road movie verso queste estreme regioni andine, incontrando ingegneri ambientali, abitanti, attivisti e lavoratori, che denunciano episodi di contaminazione ambientali e corruzione politiche, due aspetti dello stesso fenomeno…”

Lei proprio in questi giorni ha annunciato che intende candidarsi a presidente dell’Argentina nelle elezioni presidenziali del 2011. Cosa l’ha spinta a compiere questo passo così impegnativo.

Tutta la mia vita è stata costellata dall’impegno politico: sono stato deputato nazionale, ho partecipato alla riforma della Costituzione e nel 2002 ho fondato una forza politica che si chiama Progetto Sud, che nel 2007 ha partecipato alle elezioni nazionali diventando la quinta forza del paese, vertice di convergenza di molti movimenti sociali e decine di forze ambientali. Mi sono candidato a rappresentarle alle elezioni, perché sono convinto che faremo un buon risultato, considerando che l’anno scorso nella sola Buenos Aires, durante le elezioni amministrative, abbiamo preso il 25% dei consensi.

La nostra è la vera ed unica alternativa in un quadro politico immobile e corrotto, composto da due forze politiche che si spartiscono il potere con grossa complicità.

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