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Facoltà di economia e commercio e di felicità

Per avviare una breve digressione sui benefici e sui mali del commercio riporterò l’opinione di un grande studioso del passato.

Facoltà di economia e commercio e di felicità

“Il commercio guarisce dai pregiudizi distruttivi, ed è quasi una massima generale che ovunque esistono miti costumi esiste il commercio, e ovunque esiste il commercio esistono miti costumi… Ma se lo spirito del commercio unisce le nazioni, non unisce anche i privati. Noi vediamo che, nei paesi ove non ci si preoccupa che del commercio, si fa mercato di tutte le azioni umane e di tutte le virtù morali: le più piccole cose, persino quelle che lo spirito di umanità richiede, vi si comprano o si danno a pagamento” (Montesquieu, Lo spirito delle leggi, UTET, 1973).

In tutte le cose ci sono aspetti positivi e negativi, e c’è anche l’altra faccia della medaglia dello sviluppo: “Sotto la maschera della crescita si cela, in effetti, la creazione della penuria” (Vandana Shiva), a beneficio dei pochi che hanno la possibilità di fare investimenti. È la falsa libertà della competizione economica creta a beneficio di chi ha ereditato le ricchezze del passato o sta saccheggiando le ricchezze del presente, a spese dei giovani intraprendenti e capaci che però non hanno le possibilità finanziarie per competere. Quindi è forse giunto il momento di fondare una nuova economia più libera, empatica, intelligente e giusta, magari attraverso gli studi di uno dei pochi economisti che aveva anticipato le ultime crisi economiche: www.syloslabini.info.

Purtroppo oggigiorno la nostra felicità è nelle mani di qualche decine di grandi vecchi che si occupano di banche, di fondi di investimento e di fondi pensionistici e determinano il salasso finanziario diretto e indiretto di tutti noi. Una gerontocrazia e un clero finanziario che hanno acquisito un potere così immenso su miliardi di persone, che nessun tiranno del passato può eguagliarli. Questa casta finanziaria scommette e vince in borsa grazie alle nostre paure: “la paura è stata incoraggiata quando eravamo piccoli e la paura è alla radice di tutto quanto vi è di cattivo al mondo [soprattutto il razzismo e le guerre]. Una volta che vi siate sbarazzati della paura, sarà vostra la libertà dell’universo” e la felicità (Matrimonio, sesso e morale, Newton Compton, 1993, p. 279).

Ed è interessante collegare questo fatto a quello che viene detto nel nuovo testamento a proposito di uno dei più grandi rivoluzionari dell’anima e della società: “Secondo il vangelo di Luca Gesù ha chiarissimo il fatto che la sua persecuzione non viene dal popolo d’Israele, ma dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi” (Barbara Frale, La sindone di Gesù Nazareno, 2009, p. 264). Quindi non pensate a quello che dicono i banchieri e molti professori universitari, perché è ora di iniziare a preoccuparsi seriamente dei troppi fallimenti e della disoccupazione dilagante: “Se brucia la casa del tuo vicino, la cosa ti riguarda, e molto” (Orazio Flacco).

Comunque, come disse Victor Hugo, “Nessuno è più fortunato dell’uomo giusto al momento giusto” (In “Napoleone”, di Paul Johnson, 2004). I nuovi leader politici dovranno conoscere e amare l’economia e non il lusso finanziario. E siccome la vera scienza deve essere in grado di spiegare e prevedere, in caso di collasso finanziario europeo, un esperto come Franck Biancheri potrebbe diventare un nuovo leader politico, dato che è riuscito a prevedere la successione delle bolle finanziarie e a descrivere le loro conseguenze economiche: www.leap2020.eu, www.franck-biancheri.info.

Però sarà molto dura lottare contro le grandi banche private internazionali. Ad esempio la Goldman Sachs, ha delle partecipazioni azionarie in società che si occupano di crediti di anidride carbonica. Insomma, sono riusciti a far pagare anche l’aria. Inoltre le banche d’affari private fanno indebitare Stati e grandi aziende fuori da ogni limite di sicurezza e stanno derubando anche il futuro dei cittadini che non sono ancora nati. Pure il finanziere Warren Buffet considera i titoli derivati che arricchiscono le grandi banche d’affari come delle armi di distruzione di massa finanziaria pubblica e privata.

Per capire le basi amorali e immorali di questi alieni che vivono al di sopra di noi e delle leggi, bisogna considerare che già nel 1694, anno di fondazione della banca d’Inghilterra, il fondatore William Paterson, candidamente dichiarava: “Il banco trae beneficio dall’interesse su tutta la moneta che crea dal nulla”. E nel 1773, il cinismo peggiorò in pura malvagità fino al punto che A. M. Rothschild, fondatore tedesco dell’impero finanziario della famiglia del XVIII secolo dichiarava: “La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma di dirigere le conferenze di pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere”.

Anche il grande filosofo tedesco Schopenhauer capì questo meccanismo infernale e affermò: “Quando in tempo di guerra o di sommosse popolari si ha bisogno di denaro, immediatamente e senza proroga, si è costretti a vendere a un terzo del loro valore, e forse anche meno, i beni immobili o i titoli di Stato, di cui si potrebbe ricavare invece l’intero prezzo se si lasciasse tempo al tempo… così facendo si costringe il tempo a un prestito dannoso… L’interesse diventerà un disagio sempre maggiore per le nostre casse, un deficit costante e crescente di cui non ci libereremo mai” (Sulla felicità e sul dolore, p. 41, Piano B edizioni, 2010). Questo è quello che vogliono le banche e durerà fino a quando non saranno loro a dover soccombere, come avviene nel caso dei parassiti che sfruttano fino alla morte gli organismi che li ospitano (per fortuna nulla dura in eterno).

Comunque per far crescere l’economia reale servono soprattutto nuove idee e nuovi prodotti. E “Sarebbe uno sperpero di risorse concentrare mezzi nel promuovere la ricerca e lo sviluppo senza investire in via prioritaria nel miglioramento del processo di diffusione delle innovazioni esistenti” o da rendere operative (Nino Andreatta, 1968, in Andreatta economista, il Mulino, 2009). Perciò ai ragazzi che hanno un grande talento scientifico consiglio di fare un “giretto” su questo sito: www.invfactor.cnr.it (il concorso scade il 31 marzo). Poi ricordo la Fiera Nazionale del Consumo critico di Milano: www.falacosagiusta.org (12-14 marzo 2010, FieraMilanoCity). Lo sponsor principale dell’iniziativa è la Novamont, l’azienda italiana che ha vinto l’European Inventor of tha Year nel 2007, per la creazione della bioplastica biodegradabile (www.materbi.com).

Infine vi segnalo un paio di siti che si occupano di economia e di cooperazione internazionale: www.everyonegroup.com; www.economiaesocieta.org (c’è la diretta web delle conferenze serali).

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