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Euroscetticismo: la fiducia nell’UE ai minimi storici

 
di Marco Toselli
 
Le prossime elezioni europee saranno condizionate dal crescente euroscetticismo nel continente. I dati dell’Eurobarometro indicano un chiaro e diffuso calo della fiducia nell’Unione, un calo che negli ultimi cinque anni ha colpito 27 Paesi membri su 28: in controtendenza c’è solo la Croazia, Paese membro dal 2013.

I dati odierni mostrano una frattura nella UE: solo in Estonia, Lituania e Bulgaria più del 50% tende ad avere fiducia nell’Unione Europea. Il blocco dei paesi dell’est Europa, membri dal 2004 in poi, viaggia tra il 40% e il 50%. Al contrario, nell’ovest la fiducia scarseggia.

I Paesi più colpiti dalla crisi hanno una fiducia media di poco superiore al 20%. Peggio fa il Regno Unito con il 19%, secondo peggior risultato dopo Cipro. Scarse percentuali si trovano anche in Francia con il 28% e in Germania con il 29%.

È però il confronto con il passato a essere più critico.

Nel 2009 una buona parte dei Paesi membri viaggiava attorno al 50% di fiducia nell’UE. Cinque anni dopo la Grecia ha perso 34 punti percentuali, la Spagna e il Portogallo 30, l’Italia 25. Nel sud Europa la media è -30%. Il dato è molto negativo anche in Paesi con una situazione economica meno complicata: 17 punti percentuali di fiducia in meno in Germania, 20 in Olanda, 13 in Lussemburgo. La minore differenza è in Regno Unito, che partiva però da una fiducia già bassa. Nel complesso, tutti i Paesi che erano membri nel 2009 hanno registrato una fiducia in declino.

Nell’analisi di Eurobarometro si chiede anche di accostare l’Europa ad alcuni concetti. Un esempio è l’associazione tra Unione Europea e prosperità economica. Quanti nei Paesi membri sono disposti a pensare all’Europa come sinonimo di benessere?

Come mostra il grafico, la percentuale di chi compie questa associazione è scarsa nel continente. È più elevata a est, nei Paesi che sono diventati membri negli ultimi 10 anni: 18% in Lituania, 23% in Croazia, 25% in Romania. Ed è più bassa non solo nei Paesi più colpiti dalla crisi, ma anche in quelli più importanti dell’Unione: 10% in Francia, 11% in Germania.

Al contrario, l’associazione tra Unione Europea e disoccupazione ha maggiore consenso: quasi un greco su due collega l’Unione alla mancanza di lavoro. La relazione è forte anche nel resto del continente. In Francia e in Italia oltre il 20% associa UE e disoccupazione. Le percentuali variano di paese in paese ma si viaggia comunque su tassi maggiori rispetto al caso precedente.

Le elezioni del 25 maggio sono da tempo l’obiettivo dei partiti euroscettici. Tradizionalmente le europee puniscono i partiti di governo e danno voce alle opposizioni. In questa particolare occasione, la crisi economica e sociale che il continente ha dovuto affrontare rischia di alimentare la protesta 

Foto: C. Clegg/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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