• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Elezioni: ancora una volta la Grecia fa scuola

Elezioni: ancora una volta la Grecia fa scuola

A sole 24 ore dal voto politico greco, la considerazione di fondo più importante che vien fuori è che ancora la Grecia ha qualcosa da insegnarci. Ci ha lanciato un messaggio e un monito importante che soprattutto la nostra sconquassata classe politica farebbe bene a meditare. Quello che però preoccupa più di tutto è che questa nostra classe politica non abbia più la capacità di saper valutare e analizzare i dati elettorali che ci giungono dalla nostra dirimpettaia. 

E’ troppo presa dai suoi beceri interessi personali per poter rendersi conto che partiti storici come il Pasok e Nea Demokratia siano stati falcidiati ed ignorati dal voto popolare. Il responso elettorale ellenico adesso pone seri problemi negli equilibri interni dell’Europa, che unitamente alla vittoria dei socialisti in Francia, sta manifestando cenni di sgretolamento venendo a mancare soprattutto la mai voluta unità politica. Stanno venendo al pettine tutti i nodi di un sistema di accordi basati solo sulla finanza. Una banca centrale che decide le sorti sociali di 27 paesi senza avere alcuna forza politica su cui sostenersi. 

L’arrogante politica franco-tedesca ha oramai fatto il suo tempo, diventando i loro leader minoranza nei loro rispettivi paesi. Il disastroso rigore imposto alla spesa pubblica, rappresentato solo da inasprimento di tasse, peraltro a carico dei soliti ceti più deboli si sta ritorcendo contro tutto il sistema, destabilizzandolo, facendo presagire scenari macroeconomici non simpatici. Una politica finanziaria subdola atta a favorire il sistema finanziario senza alcun provvedimento concreto atto a favorire la crescita. Vedi per esempio la scellerata e pianificata distruzione del sistema economico italiano posto in essere dal paradossale decreto denominato: “salva Italia”, decreto venduto quale equo i cui effetti nefasti sono oramai sotto gli occhi di tutti. 

In merito invece al monito politico e sociale che arriva dal popolo greco, sta di fatto che per nostra fortuna abbiamo ancora un anno di tempo per far entrare nella zucca di chi oggi tiene le redini di questo Paese di porre in essere i necessari correttivi atti ad evitare la catastrofe politica, che come in Grecia oggi rappresenta ingovernabilità, instabilità e inasprimento dei rapporti sociali interni. Elementi, questi, che contribuiscono a generare fuga dei capitali e isolamento finanziario. Non possiamo purtroppo dimenticare, ci piaccia o no, che comunque dobbiamo fare sempre i conti con il sistema finanziario odierno, che è errato pensare di distruggerlo solo attraverso una consultazione elettorale. I responsi elettorali dovrebbero servire a modificare il sistema o meglio a correggerlo ma non a distruggerlo. Solo che per poter ipotizzare forti e radicali cambiamenti è necessaria una classe politica capace ed efficiente, elementi che purtroppo non appartengono alle nostri classi politiche di oggi. Ecco che il messaggio che ci proviene dall’Egeo è tremendamente forte per cui s’impone, quale ultima spiaggia, una seria ed attenta riflessione. 

La Grecia ieri se n’è fregata dei mercati finanziari, i quali attendevano sicuramente un responso elettorale più favorevole nei confronti dei vecchi partiti. Ha dato sfogo al proprio malcontento, alla sua rabbia votando alternative, probabilmente discutibili, come Alba Dorata di estrazione neonazista che ha ottenuto il 6,9% e i radicali diventato il secondo partito con il 16,6. Un cittadino su quattro in Grecia ha urlato democraticamente, attraverso il voto, la sua rabbia contro una politica di disastroso rigore che è servita solo a distruggere la parte migliore della Grecia, quella della sana produttività, nonostante la presenza di una classe politica, peraltro similare a quella italiana, caratterizzata da corruzione e clientelismo.

Trattasi di un segnale forte per tutta l’Europa e non solo. Un vero e proprio segnale d’allarme per tutti i mercati finanziari, che se lo accomuniamo al successo elettorale della sinistra in Francia, dovrebbe far scaturire una seria riflessione collegiale. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares