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Elezioni Quirinale: quali nomi circolavano sui giornali nelle precedenti votazioni?

Abbiamo ricostruito quali erano i nomi che circolavano con più frequenza sui quotidiani nelle elezioni del 1999, 2006, 2013 e 2015.

di Francesco Cianfanelli

Fare l’elenco completo dei nomi usciti negli ultimi giorni come possibili presidenti della Repubblica sarebbe impossibile. Fra dichiarazioni dei leader, autocandidature e retroscena giornalistici, i nomi circolati sui giornali sono decine, anche per la particolare incertezza e complessità dello scenario politico nel quale si svolge l’elezione del tredicesimo Capo dello Stato.

Questa, però, non è una novità. Ad ogni elezione del Presidente della Repubblica, il totonomi diventa protagonista delle pagine dei quotidiani, con rose più o meno ampie che si rivelano più o meno esatte a cose fatte. Abbiamo quindi recuperato le vecchie edizioni dei maggiori quotidiani a ridosso delle ultime quattro elezioni – 1999, 2006, 2013, 2015 – per ripercorrere i retroscena del tempo e capire quanto il nome del nuovo Capo dello Stato fosse atteso o al contrario sorprendente.

 

1999, un ballottaggio annunciato

23 anni fa Ciampi riuscì a ottenere l’elezione al primo turno: una vera rarità, dal momento che ciò si era verificato precedentemente solo una volta (nel 1985 con Cossiga). Il nome di Ciampi era ampiamente uscito sulla stampa, anche se la sua elezione non era data assolutamente per sicura, complice la volontà del PPI di imporre un proprio candidato e la scarsa convinzione iniziale del centrodestra di fronte al nome dell’ex premier. 

Sui giornali si parla ripetutamente quindi di un ballottaggio fra Ciampi e Rosa Russo Iervolino, nome di punta del PPI e Ministra dell’Interno in carica. Di fronte allo stallo fra DS e PPI e fra centrosinistra e centrodestra, compaiono sui giornali diversi nomi alternativi. L’outsider più menzionato è Giuliano Amato, ma si ipotizzano anche Franco Marini e Nicola Mancino, sempre in quota PPI, Luciano Violante (DS) e pure un bis di Oscar Luigi Scalfaro se lo stallo fosse perdurato. 

La Stampa compie anche ripetuti sondaggi fra i grandi elettori, citando anche i parlamentari che hanno espresso la loro preferenza: fra i preferiti ci sono sempre Amato, Iervolino e Ciampi (quest’ultimo costantemente in testa negli ultimi giorni), ma raccoglie voti anche un altro futuro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sempre sul quotidiano torinese viene data notizia di un presunto giro di scommesse interno al Parlamento sul nome dell’imminente nuovo inquilino del Quirinale, con favoriti Ciampi, Iervolino, Mancino e Scalfaro, seguiti da outsider come Letizia Moratti, Emma Bonino, Massimo D’Alema e Tina Anselmi.

Proprio Emma Bonino è protagonista di una vera e propria campagna elettorale per la Presidenza della Repubblica: si trattò di un’autocandidatura promossa anche dai sondaggi popolari e che trovò risalto anche sulla stampa attraverso annunci a pagamento.

Alla fine non ci sarà nessuna sorpresa. Il 13 maggio i maggiori quotidiani escono con in prima pagina la notizia dell’accordo fra centrosinistra e centrodestra sul nome di Carlo Azeglio Ciampi, che sarà eletto al primo scrutinio.

 

2006, un nodo sciolto all’ultimo momento

Sette anni dopo, a una settimana dal primo scrutinio, i giornali aprono sull’ipotesi di una rielezione di Carlo Azeglio Ciampi, nome gradito sia al centrosinistra, che è al governo, sia al centrodestra. Il rifiuto del Presidente in carica a essere preso in considerazione per un secondo mandato apre però il campo a una girandola di nomi.

Lo schema è quello della ricerca di un accordo fra i due poli su un nome condiviso proveniente dall’area di centrosinistra, che costituisce la maggioranza, ma inizialmente è Berlusconi a proporre un nome ben lontano da questa descrizione, ovvero Gianni Letta, che sarà alla fine il candidato votato dal centrodestra nel primo scrutinio.

Il nome favorito nel centrosinistra è quello di Massimo D’Alema, ma lo scetticismo di Berlusconi e del centrodestra porta sui giornali una ristretta rosa di nomi alternativi. Le alternative più quotate sono Giuliano Amato e Franco Marini, ma sulla stampa si fanno anche i nomi di Mario Monti e Umberto Veronesi come candidati esterni al sistema dei partiti.

In un sondaggio dell’Espresso fra un campione rappresentativo di parlamentari in carica, Giuliano Amato risulta il candidato preferito, seguito da D’Alema, Berlusconi e Giorgio Napolitano. Il nome di Napolitano non è quindi un fulmine a ciel sereno: è effettivamente menzionato sulle pagine dei giornali alla vigilia della sua elezione, ma è considerato indietro rispetto agli altri possibili nomi di mediazione fra centrosinistra e centrodestra.

Se il 7 maggio, giorno che precede il primo scrutinio, il nome di Giorgio Napolitano circola su diversi giornali (ma spesso per escludere un accordo fra le parti su questo nome, che infatti non ci sarà), il giorno dopo – a seguito dell’incontro fra Fassino e il senatore a vita – è su tutte le prime pagine. “Quirinale, tocca a Napolitano” titola Repubblica, mentre il Corriere della Sera sceglie “L’Unione candida Napolitano”.

 

2013, il bis inatteso

Spesso prima dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica si ventila l’ipotesi di un bis. Nel 2013, però, almeno negli ultimi giorni prima dell’inizio delle votazioni l’idea non sembra più sul tavolo. 

Nella settimana prima del primo voto esce sui giornali soprattutto il nome di Franco Marini, che alla fine sarà davvero il candidato concordato da centrosinistra e centrodestra per la prima votazione, non ottenendo però il risultato sperato (soli 521 voti, ben 151 sotto al quorum).

Ciò non toglie che nei sette giorni che precedono l’inizio delle elezioni i nomi che trovano spazio nel toto-Quirinale siano tantissimi, complice la necessità di trovare un’intesa fra i due poli che hanno caratterizzato la Seconda Repubblica. Fra i più gettonati c’è l’evergreen Giuliano Amato, considerato accettabile da Berlusconi. Ma la lista dei nomi di compromesso fra i due schieramenti include, secondo la stampa, anche Pietro Grasso (appena eletto Presidente del Senato), Paola Severino, Anna Finocchiaro, Luciano Violante, Massimo D’Alema, Sergio Mattarella e Romano Prodi (che sarà lanciato dal centrosinistra al quarto scrutinio, sempre con esito fallimentare). Si parla ovviamente molto anche di Rodotà, proposto dal Movimento 5 Stelle e gradito a parte del centrosinistra, anche se non gli vengono mai date grandi possibilità.

Sempre in quei giorni trovano spazio sui giornali le quote proposte da un’agenzia di scommesse inglese, che considera favorito proprio Romano Prodi, davanti a Franco Marini, Emma Bonino e Gianni Letta (e, molto distanti, anche Mario Draghi e Silvio Berlusconi).

Il 17 aprile, il giorno prima dell’inizio delle votazioni, il nome di Franco Marini sembra passato in secondo piano. Il Corriere della Sera e La Stampa aprono la prima pagina con i nomi di Giuliano Amato e Massimo D’Alema, mentre Repubblica invece ipotizza Giuliano Amato e Sabino Cassese, quest’ultimo rimasto fuori dai radar fino all’ultimo momento, ma ipotizzato in quella giornata da diversi giornali.

Solo il giorno dopo, a seguito dell’assemblea del PD che incorona Franco Marini candidato del centrosinistra (sostenuto anche dal centrodestra), l’ex Presidente del Senato riconquista le prime pagine, anche se tutti i giornali concordano nel definire a rischio la sua elezione.

 

2015, dal caos spunta Mattarella

Nel 2015 l’elezione di Sergio Mattarella non è una sorpresa. Il nome dell’attuale Presidente della Repubblica è fra i più quotati dai giornali, anche se sono moltissimi i nomi ipotizzati nei giorni precedenti.

A una settimana dal primo voto, ad esempio, esce spesso e con forza il nome di Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia in carica. L’incertezza dello scenario, con Renzi che deve tenere insieme il proprio partito e l’alleanza con il centrodestra, dà vita a una ricchissima rosa di nomi: dai leader storici del centrosinistra, come Veltroni, Franceschini, Fassino e Bersani, a Lorenzo Ornaghi e Giovanni Maria Frick. 

Il 25 gennaio su Repubblica esce uno specchietto di nomi “in pista” che include anche Mattarella, Castagnetti, Gentiloni, Pinotti, Finocchiaro, Chiamparino e Visco, oltre ad alcuni di quelli sopra citati.

Negli ultimi giorni, però, il cerchio si stringe. Il 26 gennaio il Corriere della Sera mette in prima pagina i nomi di Fassino e Mattarella e nei giorni seguenti il nome dell’attuale Presidente comincerà a uscire con sempre maggiore insistenza. Il 27 La Stampa apre con Fassino, Mattarella o Padoan, mentre il 28 ribadisce che il favorito è ormai Mattarella. Lo stesso giorno per il Corriere “si lavora su tre nomi: Mattarella, Amato e Padoan”.

Il 29 gennaio, giorno del primo voto e dell’annuncio di Renzi di puntare tutto su Mattarella dal quarto scrutinio, i maggiori giornali sono concordi: sarà lui il candidato del centrosinistra. Il titolo di Repubblica è perentorio: “Renzi: il nome è Mattarella”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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