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El Salvador, non si ferma la ricerca dei piccoli desaparecidos scomparsi 30 anni fa

 

2 giugno di 30 anni fa, nel periodo più cruento del conflitto armato di El Salvador, Ernestina ed Erlinda Serrano Cruz, due sorelle di sette e tre anni, vennero strappate alla loro famiglia che stava fuggendo dall’assalto dell’esercito nella zona di Chalatenango, nel nord del paese.

“Abbiamo vissuto quel 2 giugno più e più volte, non sapendo dove sono… Nostra madre non è più con noi, nostro padre nemmeno, ma noi siamo ancora qui e continuiamo a cercare le nostre sorelle”. Queste sono le parole dette da Supaya Serrano Cruz (nella foto con uno dei messaggi di solidarietà inviati da attivisti di Amnesty International), 30 anni dopo quel 2 giugno. 

Esterina e Erlinda Serrano Cruz sono tra gli almeno 898 bambini desaparecidos, scomparsi durante il conflitto armato interno di El Salvador.

La famiglia Serrano Cruz, insieme all’associazione Pro-Búsqueda, sta combattendo una battaglia legale lunga e dolorosa nei tribunali nazionali e attraverso la Corte interamericana dei diritti umani, che nel 2005 ha emesso un’ordinanza che impegna il governo di El Salvador ad avviare un’indagine imparziale e adeguata affinché le bambine vengano ritrovate, i responsabili assicurati alla giustizia e siano prese misure per facilitare il ritrovamento di tutti gli altri bambini scomparsi.

La ricerca delle bambine e dei bambini scomparsi è dolorosa e tenace, ma ogni tanto arrivano i risultati, come nel caso di Alberto Henríquez. Una ricerca che, nel caso dell’Argentina, coinvolge anche l’Italia.

Lo scorso dicembre, il ministro degli Esteri di El Salvador Hugo Martínez ha ammesso, per la prima volta, la responsabilità dello Stato per i crimini contro l’umanità perpetrati all’inizio degli anni Ottanta. Un passo importante,non seguito però da alcun impegno per abrogare la legge di amnistia del 1993 o per chiamare a rispondere i perpetratori di quei crimini.

Amnesty International ha lanciato un’azione di solidarietà, che consiste nell’invio di 898 mail al presidente di El Salvador, Mauricio Funes. Una mail per ogni bambino e bambina desaparecidos.

Partecipate. E se fin qui non siamo stati convincenti, leggete cosa scrive ancora Supaya Serrano Cruz:

“I messaggi inviati dagli attivisti di Amnesty International hanno un grande impatto su di me, sono davvero felice di vedere quanti bambini e quanti adulti si uniscono a noi sulla nostra causa che provoca così tanta sofferenza alla nostra famiglia… Sono grata ad Amnesty International per il coraggio e la forza che ci dà, perché riconosce la nostra causa, che è così difficile”.

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