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Egitto, tre noti dissidenti a processo

Dopo più di due anni di detenzione preventiva – superato dunque lo stesso limite previsto dalla procedura penale – tre tra i più noti dissidenti egiziani saranno processati, a partire da oggi, da un tribunale di emergenza del Cairo.

Si tratta del blogger Mohamed “Ossigeno” Ibrahim, dell’avvocato e difensore dei diritti umani Mohamed al-Baqer e dello scrittore e attivista Alaa Abd el-Fattah (nella foto).

Di Alaa Abd el-Fattah è appena stata pubblicata in Italia una raccolta di testi (“Non siete stati ancora sconfitti”, Hopefulmonster Editore), presentata per la prima volta due giorni fa al Salone del Libro di Torino.

El-Fattah, il cui primo arresto risale al 2006, appartiene a una storica famiglia di attivisti per i diritti umani: ama dire che sua madre gli ha lasciato un posto in piazza Tahrir, suo padre un posto in carcere. Una delle sue sorelle, Sanaa Seif, è a sua volta in prigione.

I testi di “Non siete stati ancora sconfitti” abbracciano un decennio di storia dell’Egitto, dai 18 giorni della rivoluzione del gennaio 2011 agli otto anni successivi al colpo di stato del generale al-Sisi del luglio 2013. Sono testi riflessivi, amari, ironici, beffardi, tra denunce di arresti e massacri, cronache dal carcere e riflessioni su democrazia e dittatura.

Leggerli ora diventa anche un atto di solidarietà nei confronti di una delle più importanti figure del dissenso in Egitto che, insieme agli altri due imputati, rischia una lunga condanna per reati di opinione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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