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Effetto ottico, pensieri che vanno e vengono

A cavallo di uno straordinario e mite crepuscolo invernale, campeggia a mezzo cielo la luna con il suo bel faccione, ormai lievitante verso la pienezza. Lo spettacolo ingenera idee d’espressiva attiguità, viene quasi voglia di immergersi dentro.

Nel volgere di attimi, ecco irrompere, sulla scena, un aviogetto militare, delineato da riverberi argentei e dai caratteristici bianchi sbuffi di fumo dietro la coda: sfreccia giusto accanto a Selene, col muso impennato verso l’alto.

Ancora poco e il velivolo già appare stagliarsi su, ben oltre il satellite, progressivamente ascende e s’allontana.

A un certo punto, affiora la sensazione che la luna, rispetto all’aereo, sia, addirittura, più a portata di mano: illusione visiva, è chiaro, perché, in pari tempo, si percepisce che quel jet, al massimo di lì a qualche ora, atterrerà nuovamente su solide piste di cemento.

Al contrario, il corpo celeste proseguirà, senza soste, nel suo ruotare e nel suo plurimillenario affacciarsi, proteso da uno speciale balconcino, allo sguardo incantato del terrestre osservatore.

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