E se il debito fosse mondiale?
Il debito sovrano rappresenta una spina nel fianco delle economie avanzate, un peso che si fa sempre più crescente, inficiando in modo sistematico il sentimento dei mercati. Gli indicatori macroeconomici, anche quando in territorio positivo, passano in secondo piano rispetto all'avanzata inesorabile del debito pubblico. Ma quanto è davvero determinante il pareggio di bilancio? È un correttivo necessario per alcuni, ma a quale prezzo?
È un elemento che sana i conti pubblici, ma deprime l'economia reale con ricadute sulla coesione sociale. Gli scontri e le violenze avvenute in una democrazia di antica tradizione quale quella inglese sembrano portar fuori lo scollamento tra i meno abbienti e le classi egemoni, una forbice che negli ultimi vent'anni si è progressivamente allargata.
Il tempo dell'espansione delle economie occidentali è finito. La nuova generazione, per la prima volta in cent'anni, è più povera della precedente, il sistema di ammortizzatori sociali si va assottigliando in maniera più o meno percettibile.
In questo scenario congiunturale perché non ipotizzare un debito comune? Se si volesse vederla così gli stati non solo europei, ma tutte le economie sviluppate potrebbero addivenire alla creazione di un sistema ponderato in valore percentuale al peso specifico delle economie nazionali.
Questo condurrebbe all'emissione da parte di un'stituzione sovranazionale come la Banca Mondiale di worldbonds.
Un tale sistema su scala mondiale produrrebbe in sé le garanzie ed i meccanismi di compensazione del debito, rassenerebbe i mercati in relazione alle crisi strutturali dei conti pubblici dei singoli stati e consentirebbe all'economia reale di non deprimersi in maniera violenta per trend marcatamente ribassisti di mercati in preda al panic selling.
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