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 Home page > Tribuna Libera > È probabile che Moro fu nascosto sotto il naso dei romani

È probabile che Moro fu nascosto sotto il naso dei romani

Ancora oggi la vicenda del sequestro Moro è carica di misteri, di zone oscure, è stato d'altronde il caso dei casi, in quel tremendo periodo della strategia della tensione iniziato con la bomba di piazza Fontana, passando dalle prove tecniche di Trieste, per arrivare alla strage di Bologna. 

Ma forse in nessun atto come quello del sequestro Moro può esservi stato il coinvolgimento di una pluralità di soggettività così eterogenee da sembrare quasi surreale. Servizi deviati, mafie, terrorismo rosso, delinquenza comune, a personalità probabilmente insospettabili, fascisti, terrorismo internazionale, servizi esteri, passando dalle sedute spiritiche, e non è uno scherzo, ai depistaggi più clamorosi.

Di tutto e di più in quei 55 giorni che hanno sconvolto l'Italia, con un sequestro di uno dei politici più importanti della storia repubblicana e fautore di quel compromesso storico che soprattutto dalle parti statunitensi non volevano neanche sentirne parlare. Osare un minimo di autonomia dalla linea filo atlantica significava mettere in discussione la linea atlantica medesima, Mattei ciò lo pagò a caro prezzo, Moro, anche.

Tra cose non dette, menzogne evidenti, esponenti di quell'epoca ancora oggi in vita, ancora oggi non si sanno molte cose su quel fatto incredibile, a partire da quale furono i reali luoghi di detenzione di Moro. Alcuni studi recentemente hanno evidenziato ad esempio che venne tirato fuori un dossier in cui si faceva riferimento a Palazzo Caetani, proprio dove verrà fatto ritrovare il corpo di Moro, si citava Schwarzenberg, ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Vaticano, morto casualmente in un incidente stradale insieme alla moglie, dopo la vile uccisione di Moro. Il 5 ottobre 1978 il Partito operaio europeo (POE), in una conferenza stampa, diffuse un corposo dossier sulla morte di Moro, nel quale appunto veniva menzionato il principe Johannes Schwarzenberg che abitava a Palazzo Caetani, e che il dossier del POE venne richiamato nel citato articolo di Sabelli Fioretti su «Panorama». Pare che lo stesso ambasciatore dell'Ordine di Malta si stupì del fatto che non venne audito.

Ma non è l'unico sito nel centro di Roma su cui sono emersi vari sospetti. Si parla ad esempio di Palazzo Orsini, il cui nome venne rintracciato in un biglietto tra le carte di Morucci, e si parla anche di una piantina di alcuni sotterranei disegnati da una delle terroriste brigatiste. La zona del ghetto ebraico può essere stato un reale luogo di detenzione di Moro. Fatti tutt'altro che sconosciuti a chi si è interessato della vicenda, e non deve sorprendere se Moro fu nascosto sotto il "naso" dei romani, perchè il miglior modo di nascondere è proprio quello di celare ciò che non si vuol far trovare paradossalmente proprio sotto il naso dove non si guarda mai e dove la rete di protezione può essere più efficace. Anche perchè con il presidio costante del territorio era veramente complicato e azzardato riuscire a gestire spostamenti, andarsene a spasso con il cadavere di Moro come se niente fosse. Certo, probabilmente ci fu qualche sistema di protezione anche dall'alto, come lascia intendere l'atto del sequestro stesso, perchè i brigatisti ebbero una "gran fortuna" ( si è ironici) nel riuscire a sequestrare Moro al primo tentativo, posto in essere, in via Fani.

mb

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