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Duro discorso di Benedetto XVI al corpo diplomatico

 

Durante l’udienza al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Benedetto XVI ha tenuto un duro discorso sul rapporto tra sovranità temporale e libertà dei cattolici. La prolusione è cominciata sostenendo che “l’umanità, in tutta la sua storia, attraverso le sue credenze e i suoi riti, manifesta un’incessante ricerca di Dio”, e che “tali forme d’espressione sono così universali che l’uomo può essere definito un essere religioso”: “la dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo, la misura della realizzazione del suo destino e della costruzione della comunità a cui appartiene”, sostiene Ratzinger. Pertanto, “quando l’individuo stesso o coloro che lo circondano trascurano o negano questo aspetto fondamentale, si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”. Il papa ha definito tale sua opinione “una verità primaria e fondamentale”.

Dopo aver ricordato i problemi delle minoranze cristiane nel Medio Oriente, in Pakistan e in Cina, e aver auspicato che “il dialogo inter-religioso favorisca un impegno comune a riconoscere e promuovere la libertà religiosa”, il pontefice ha sottolineato i problemi che esisterebbero in Occidente, dove vi sarebbero “altri tipi di minacce contro il pieno esercizio della libertà religiosa”. In particolare, si pretenderebbe che “i cristiani agiscano nell’esercizio della loro professione senza riferimento alle loro convinzioni religiose e morali, e persino in contraddizione con esse, come, per esempio, là dove sono in vigore leggi che limitano il diritto all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari o di certi operatori del diritto”.

Si vorrebbe inoltre “bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono”: il papa ha esplicitamente ringraziato il governo italiano e gli altri stati che si sono schierati con esso sul ricorso promosso contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, in seguito a un’iniziativa legale di una socia UAAR sostenuta dall’associazione, si è espressa contro la presenza dei crocifissi negli edifici pubblici. Benedetto XVI si è quindi dichiarato contrario a ogni monopolio statale in materia scolastica, e contro “corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”. In conclusione, il papa ha poi ripetuto che “la Chiesa non cerca privilegi, né vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione”.

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