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Dracula Monti, Lionheart Bersani e le 945 teste in bilico

Nascosti dietro “Dracula” Monti, mentre l’indignazione delle folle è indirizzata verso “Morticia” Fornero a cui sono imputati i crimini più orrendi, i 945 nominati che siedono in Parlamento stanno riuscendo a farsi dimenticare.

A far dimenticare, con i propri volti e nomi, di essere i primi responsabili del disastro italiano (cosa che dovrebbe essere ovvia in una repubblica parlamentare) e di aver dato ampia prova, nell’affrontare la crisi, oltre che della più totale incompetenza, di doti morali, prima tra tutte il coraggio, su cui è meglio tacere per carità di Patria.

Riparati dall’indebita attenzione di cittadini, stanno così riuscendo, come e meglio di prima, a fare gli unici interessi che abbiano coerentemente perseguito in questi anni: i propri.

Innanzitutto, al prezzo della carriera di qualche fantaccino, se davvero sarà ridotto il loro numero, si stanno garantendo, con una legge elettorale che continuerà ad affidare alle segreterie dei partiti la nomina dei candidati, il posto in parlamento anche per il futuro. Se pure vi fosse nel paese una classe politica diversa, cosa di cui l’Italia avrebbe disperatamente bisogno, questa non avrà alcuna possibilità di emergere: alle prossime elezioni, quando esse siano, continueremo ad avere solo la possibilità di votare per i nomi di sempre, per pessimi che li possiamo considerare.

Lo stesso sta accadendo per i “costi della politica”. Mentre tutto nel bilancio dello Stato è tagliato, tutto è ridotto ai minimi termini, resteranno inalterati i 23 o 27 miliardi che sono spesi ogni anno per mantenere i nostri politicanti d’ogni livello e garantire i loro assurdi privilegi. Nessuno o quasi perderà la propria auto blu; nessuno si vedrà tagliare i propri emolumenti. Resterà lettera morta la legge che prevedeva di limitare gli stipendi dei nostri parlamentari ed amministratori pubblici a cifre comparabili con quelle dei loro colleghi del resto d’Europa; la Commissione guidata da Enrico Giovannini, presidente dell’ISTAT, che era stata incaricata di studiare la questione, infatti, solo pochi giorni fa, ha rinunciato al proprio mandato per “le difficoltà nella raccolta dati”.

E limitarsi, almeno per i parlamentari, a calcolare la retribuzione media di quelli dei principali paesi europei? Troppo complicato: roba da quinta elementare.

Pier Luigi “Lionheart” Bersani (il politico che, ad ogni modo, più stimo), parlando ieri della necessità di “una norma che metta il controllo sui bilanci dei partiti”, dopo che le indagini delle magistratura hanno scoperto quel che accadeva ai soldi dati a Lega ed ex Margherita, ha affermato ancora una volta che “dobbiamo fermare l’anti-politica”.

E’ un ritornello che proprio i comportamenti della classe politica fanno suonare vuoto.

Come può un normale cittadino, oggi, non essere “anti” la mala genia che ha ridotto la nostra politica ad una bettola? Come può accettare di essere guidato da un classe d’irresponsabili che del comando pretende gli onori, ma rifiuta le responsabilità, prima tra tutte quella di dare l’esempio? Come possono, gli italiani, resistere alle sirene dei nuovi populisti se i partiti sono ormai proprietà di uno solo o di pochissimi? Partiti che ci sono costati 2,3 miliardi negli ultimi 18 anni. Una cifra che può sembrare modesta, se confrontata con quelle del nostro debito pubblico, ma che , paragonata per esempio ai 12,9 milioni (sì, milioni) di Euro che nel 2013, e salvo nuovi tagli, lo Stato destinerà alle borse di studio universitarie, appare come spropositata: un fiume di denaro utile solo a trasformare i partiti non in torri, ma in palazzi d’oro e avorio.

In occasione della morte di Piermario Morosini, i soliti moralisti non ci hanno risparmiato le altrettanto solite filippiche sul denaro che starebbe uccidendo lo spirito del calcio; che il troppo denaro stia uccidendo la nostra politica, cosa assai più evidente, non lo dice nessuno o quasi.

E’ addirittura ovvio che chi siede in Parlamento debba percepire un dignitoso stipendio, me è assurdo che questo sia tanto elevato da diventare la principale motivazione dell’impegno politico di quasi tutti. E’ giusto che lo stato dia ai movimenti politici il minimo per far sopravvivere le loro strutture, ma è demenziale che non vi siano dei controlli sull’effettivo utilizzo di queste cifre e, soprattutto, che siano tanto elevate da consentire ai partiti di continuare ad essere entità ermeticamente chiuse al mondo, che possono funzionare senza contatti con la società civile, fossero solo quelli minimi necessari per vendere le proprie tessere.

Vogliono davvero fermare l’antipolitica Bersani ed i suoi 944 colleghi? Approfittino del tempo che stano guadagnando loro l’ orrido Monti e la perfida Fornero e si diano, in fretta, un bel taglio. Un taglio ai propri stipendi ed ai bilanci dei propri partiti, prima che la stessa società civile si dimentichi di essere tale e lo dia, e forse non solo in senso figurato, alle loro teste.

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