• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Disastro ambientale, ma Saviano non dovrebbe dirlo

Disastro ambientale, ma Saviano non dovrebbe dirlo

Disastro ambientale, ma Saviano non dovrebbe dirlo

Disastro ambientale, avvelenamento delle acque, delle terre, spiagge e mare. Truffa aggravata contro il patrimonio dello Stato e soprattutto contro gli italiani, gestione illecita dei rifiuti, immissione di rifiuti pericolosi nelle acque, in parte usate per irrigare i campi, omissione di atti di ufficio e infine, scempio paesaggistico.

Ci vorrà, dicono gli esperti, circa un secolo per risanare tutta la zona, o meglio, tutta la Campania, considerato che tali rifiuti e fogne abusive son finite per anni nei mari della regione. Da una parte i cittadini pagavano le tasse anche per garantire il funzionamento degli impianti di depurazione, dall’altra, l’Hydrogest, azienda che dal 2003 possiede tali impianti, agiva con mano criminale.

Il procuratore di Santa Maria Capua Vetere ha arrestato 26 allevatori e notificato gli arresti domiciliari a Gaetano De Bari, amministratore delegato della Hydrogest Campania, Domenico Giustino, presidente del Consiglio di amministrazione, Luigi Piscopo, capo impianto del depuratore di Orta di Atella, e Mauro Pasquariello, capo impianto del depuratore di Foce Regi Lagni. Eppure qualcosa non torna.

Era l’8 giugno 2008:

«Quindici giorni fa migliaia di sacchetti di plastica sono finiti in mare. Galleggiavano tra le onde. Uno spettacolo indecoroso e umiliante. Quando mi hanno chiamato e sono andato a constatare, mi si è stretto il cuore, una cosa pazzesca».

Accade perfino questo a Castelvolturno, il comune italiano che ha la costa più lunga - 30 chilometri - ma è come se il mare non lo avesse. Rifiuti come barche, come assurdi animali marini, come boe alla deriva. «Se non lo avessi visto con i miei occhi – racconta il sindaco Francesco Nuzzo – non ci avrei neppure creduto». Quell’immondizia era stata gettata dai camion direttamente nel tratto finale dei Regi lagni, che sfociano appunto sul litorale di Castelvolturno. «Qualche delinquente ha pensato che fosse più comodo ed economico sbarazzarsene così, piuttosto che portare quei sacchetti agli impianti di tritovagliatuira o in discarica». Ecocriminali, come quelli che nei Lagni gettano le carcasse delle bufale morte, solventi, prodotti di scarto delle attività industriali, fanghi. Veleni che si aggiungono ai coliformi fecali, all’azoto, all’ammoniaca che i depuratori non riescono a contenere e distruggono l’ecosistema marino. Avrebbero tutti necessità di radicali interventi di ristrutturazione e di una seria manutenzione, gli impianti. Hydrogest, la concessionaria, non provvede e si giustifica col fatto che il Commissariato alle Acque non gli ha mai pagato quanto pattuito: i soldi che in bolletta gli utenti versano per la depurazione.
«È così da anni, anzi decenni – ricorda il primo cittadino di Castelvolturno – E’ un quarto di secolo che il nostro mare non ha più nulla di bello, di invitante. L’affronto più grave sarebbe far finta di niente, andare avanti così, come se nulla fosse. Esattamente quel che è accaduto negli ultimi anni. Quando, anzi, c’è stato persino chi ha pensato di sversare nei depuratori zoppicanti della Campania il percolato. Una ordinanza del 2006 del Commissariato di governo ai rifiuti decretò che fosse smaltito nei depuratori. Trenta metri cubi al giorno erano destinati a quello della Foce dei Regi lagni. »

Accadeva nel 2008 come accadeva negli anni precedenti, come denunciava lo scrittore Saviano, oggi orribilmente definito dalla famiglia Berlusconi ’’pubblicizzatore’’ della mafia.

Scrive Marina Berlusconi:

  • Ma certo una pubblicistica a senso unico non è il sostegno più efficace per l’immagine del nostro Paese. Saviano scrive che l’Italia ha la migliore legislazione antimafia del mondo, ma da cittadina italiana penso che tutti dovremmo essere fieri anche del fatto che il governo guidato da mio padre ha ottenuto sul fronte della lotta alle mafie risultati clamorosi, forse mai raggiunti prima (...)

Dovrebbe spiegarci molte cose la figlia del nostro premier e dirci una volta per tutte quali sarebbero questi fantastici risultati contro la mafia, visto che metà degli indagati nell’era tangentopoli oggi siede ancora al governo, tra senatori o top menager aziendali.

Per noi questa è la mafia, non i boss di strada, che certo fanno paura, ma che sappiamo essere strumenti di morte in mano a molti importanti personaggi politici del nostro bene amato Paese. I boss sono gli esecutori, ma i mandanti, delle stragi, dell’ecomafia, delle truffe conto il patrimonio, delle speculazioni vivono nel governo nazionale, nelle amministrazioni locali, dentro alle banche e così via.

Guarda caso, Enzo Papi, al tempo di tutti questi inganni, presidente di Hydrogest, non è nuovo agli ambienti giuridici; già top manager della Cogefar Impresit, arrestato da Di Pietro durante tangentopoli nel ’92 per corruzione e finanziamento illecito dei partiti, e poi ancora, dal 1995, dopo l’interruzione di Tangentopoli, Papi ha ricominciato la sua fulgida carriera scalando anche i vertici della sede di La Spezia di Confindustria di cui oggi è presidente. Nell’accettare detto incarico a cui è stato eletto, ha promesso di portare la filosofia “del fare” nell’associazione pur dichiarando di voler assemblare una squadra di collaboratori che “non rompa con le esperienze passate”.

Per finire, nel gennaio 2009 a proposito della costruzione di un termovalorizzatore torinese i giornali scrivevano così: - Cominciamo a dire che c’è un supermanager di una ditta italiana che ha sulle spalle ben otto condanne tutte patteggiate e che andrà a gestire la costruzione del termovalorizzatore torinese, Enzo Papi.

I depuratori campani sono i concessione a Hydrogest, associazione temporanea d’imprese costituita al 90% da Termomeccanica (a sua volta partecipata per il 40% da Banca Intesa) e al 10% da Giustino costruzioni. Hydrogest, nel 2003, si aggiudicò la gara di appalto per la gestione e la funzionalizzazione degli impianti. Spesa prevista: 150 milioni di euro. Quella gara di appalto ha originato un contenzioso giudiziario di tre anni.

Il Tar ha accolto il ricorso della cordata imprenditoriale sconfitta. Il Consiglio di Stato — siamo ormai al 2006 — ha ribaltato il verdetto, restituendo la vittoria a Hydrogest. Quasi due anni più tardi neppure uno dei depuratori è stato però rimodernato.

In settimana i faldoni delle inchieste arriveranno a Napoli: con ogni probabilità anche il Golfo è stato disastrato dalla tragedia dei Regi Lagni. Si prevede un’altra estate nera per gli imprenditori balneari campani: dopo il caos depuratori a Ischia dello scorso anno, anche la stagione 2010 sembra andare in fumo. Probabilmente si costituiranno parte civile assieme al Wwf.

Ecco la mafia che combattiamo, noi e tutti i coraggiosi Saviano.

 

Credits Foto: Costadeisogni.it

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares