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Diritto in rete: la chiusura del Forum di Alfemminile.com

Sequestro preventivo per il forum "Linea salute e benessere" del portale Alfemminile.com, spazio di discussione online per donne tra i più popolati in Italia. Il motivo è la comparsa di quasi 3 milioni di messaggi che rimandavano alla vendita di medicinali anoressizzanti ad azione stupefacente e dopante messi fuorilegge da un decreto legge del 2 agosto scorso. Intanto arriva una sanzione per la regione Basilicata.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della repubblica di Savona alla fine di un'indagine condotta per un anno dai Carabinieri del NAS di Roma. Dunque, con l'accusa di cessione di sostanza stupefacenti vengono denunciati i soggetti responsabili dell'illecito e la piattaforma sequestrata per aver permesso questa distribuzione.

Si ripropone purtroppo la questione della proporzionalità della misura: che senso ha sequestrare tutto il forum per via di alcuni messaggi? Quali sono le responsabilità specifiche dei gestori del sito? Tornano in mente i casi di sequestri di interi blog per via di singoli post contenenti diffamazioni o simili, senza contare le sentenze che hanno dovuto fare chiarezza in merito alle responsabilità di chi gestisce un blog o un forum nel caso in cui qualcuno commetta reati commentando i contenuti. Last but not least, tutte le implicazioni dal punto di vista della tutela della libertà d'espressione: da un giorno all'altro vengono praticamente censurati tutti i contenuti (compresi quelli di altre sezioni e discussioni) di un forum che conta in media tre milioni e settecentomila utenti unici al mese. In Italia si continua ad agire con l'accetta dove servirebbe il bisturi.

Pubblica amministrazione e Digitalizzazione - L'articolo 11 del d.lgs n.150 del 2009 e il nuovo CAD prevedono che ogni organismo della Pubblica Amministrazione debba mostrare sul proprio sito Internet un indirizzo di posta certificata, norma che non è stata rispettata dai vertici della Regione Basilicata, il che faceva partire un ricorso promosso dall'Associazione Radicale Agorà Digitale. Il Tar lucano ha ora emesso una sentenza con la quale condanna la Regione a versare 5.000 euro ad Agorà Digitale per il disservizio del quale si è resa responsabile. 

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