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Dieci anni di carcere per il Nobel per la pace bielorusso

Le autorità della Bielorussia hanno portato a termine la loro rappresaglia giudiziaria nei confronti del presidente del Centro per i diritti umani Viasna e premio Nobel per la pace Ales Bialiatski (nella foto), condannato a dieci anni di carcere a seguito di un processo farsa basato su accuse inventate.

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Con Bialiatski sono stati condannati, rispettivamente a nove e a sette anni, Valyantsin Stefanovich, vicepresidente di Viasna e vicepresidente della Federazione internazionale dei diritti umani, condannato a nove anni, e l’avvocato di Viasna Uladzimir Labkovich.

Ai tre difensori dei diritti umani, tra i più importanti della Bielorussia, non è mai stata data la possibilità di un processo equo. Sono rimasti ammanettati per tutto il processo, anche mentre venivano portati e tenuti all’interno di una gabbia. Il giudice ha condotto i procedimenti in russo anziché in bielorusso e non è stato dato loro il tempo di familiarizzare con i materiali del caso, per non parlare del fatto che sono stati processati sulla base di accuse inventate.

Queste condanne rappresentano un ulteriore colpo per la società civile bielorussa e un atto vendicativo di ingiustizia che richiede l’attenzione immediata della comunità internazionale.

 

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