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DDL 1660: Il governo apre la caccia agli ambientalisti

La Camera ha approvato il DDL 1660 che ora passa al Senato per la definitiva adozione. Dalla Sinistra extraparlamentare e dai sui media, si alzano i “cori” di protesta e denuncia.

Il governo Meloni ha voluto “mostrare i muscoli” contro le manifestazioni simboliche degli ambientalisti (i No-Tav, i No-Ponte, i No-Base Coltano, i ragazzi di Ultima Generazione). Ma è chiaro che si tratta, in realtà, di una norma che potrà essere impiegata contro chiunque, contro gli scioperi delle sigle sindacali di base ad esempio.

Interessante rilevare l’atteggiamento in Aula, quindi fuori dalle telecamere televisive, di Forza Italia che, eppure, negli ultimi mesi sembrava aver assunto una posizione più moderata. Per loro parla Tommaso Antonino Calderone che giustifica il DDL 1660 come strumento per impedire a «quattro scalmanati che han posto in essere un blocco stradale di impedire di recarsi al lavoro». «Oggi i cittadini italiani devono stare fermi 10 ore in una stazione ferroviaria, sul treno o ovunque, perché qualche scalmanato si è messo sul binario e quindi, a cascata, l’insegnante non può andare a scuola, l’operaio non può andare a lavorare», spiega.

Si tratta di una chiara norma anti ambientalisti, anti Ultima Generazione. Per chi avesse dubbi in proposto, li scioglie l’intervento del deputato della Lega Edoardo Ziello. Si tratta di una norma, spiega, contro quelli che «noi definiamo con semplicità eco-vandali o “gretini”».

Per loro, da domani, “da sei mesi a due anni” di carcere in caso di blocco stradale.

Un attacco anti Ultima generazione è anche l’articolo 16 del DDL 1660. Qui si giunge a condannare con “la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 12.000 euro” chi è colpevole di “deturpamento e imbrattamento di cose altrui”, se bene mobile o immobile pubblico, poiché tale gesto “lede l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione cui il bene appartiene”.

Sempre, imperterrito, il deputato di Forza Italia giustifica il carcere per chi protesta contro la realizzazione delle opere pubbliche. In maniera illiberale, afferma: «Lo Stato deve correre, lo Stato deve fare le opere. Lo Stato non si può trovare ogni volta i “no” lì, i “no” là, i “no” qui e i “no” qua, che bloccano le opere strategiche e le opere pubbliche».

Il principio dell’articolo 21 della Costituzione, della libertà di espressione del pensiero anche con l’azione, per l’esponente di Forza Italia evidentemente non vale.

E’ questa l’Italia che vogliamo?

Fonti:

[1] Camera dei Deputati, “Resoconto stenografico dell’Assemblea Seduta n. 343 di martedì 10 settembre 2024”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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