Crisi, in un anno -32% di risparmio medio per famiglia

Nel 2011 rispetto al 2010 si è verificata una forte riduzione del risparmio mensile delle famiglie italiane. Infatti “nel 2011 rispetto al 2010 il risparmio medio mensile per famiglia è passato da 620 a 420 euro”, con una contrazione di circa il 32%.
È quanto ha affermato il direttore generale della Fondazione Censis, Giuseppe Roma, in occasione del convegno “Credito al credito”. Ciò rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’aggravarsi della crisi economica.
Nello stesso convegno sono state prese in esame alcune iniziative promosse per agevolare le famiglie che hanno problemi nel pagamento delle rate dei mutui. Se è positivo che tali iniziative siano state realizzate, il fatto che un notevole numero di famiglie le abbiano utilizzate rappresenta anch’esso una dimostrazione della gravità della crisi.
Infatti il piano avviato dall'Abi (associazione bancaria italiana), insieme ad altre organizzazioni e istituzioni, che prevede la sospensione delle rate del mutuo per sostenere le famiglie in difficoltà: “ha consentito ad oggi a 52.000 famiglie di poter sospendere per un anno il pagamento delle rate per un controvalore di 6,5 miliardi di debito residuo”, consentendo di lasciare liquidità alle famiglie per 385 milioni. Per il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, intervenuto al convegno “Credito al credito”, “l'iniziativa non ha eguali al mondo”. Un'altra iniziativa dell'Abi riguarda il fondo di garanzia per favorire l'accesso al credito alle famiglie con nuovi nati nel 2009, 2010, 2011.
Il piano, che prevede l'erogazione di finanziamenti per un ammontare massimo di 5.000 euro a tassi al massimo pari alla metà di quelli offerti sul mercato, “ha avuto un enorme successo”, sottolinea l'Abi. Infatti, spiega l'associazione, “ad oggi sono stati erogati circa 20.000 finanziamenti per un controvalore di oltre 112 milioni di euro”.
A me sembra che l’enfasi con la quale l’Abi ha valutato queste iniziative è eccessiva, se si considera fra l’altro che, in seguito all’incremento dei tassi dei titoli pubblici italiani, le banche stanno da un lato aumentando i tassi sui finanziamenti concessi ed inoltre rendono più difficile l’accesso al credito, soprattutto alle imprese. Soprattutto l’incremento dei tassi sui finanziamenti appare immotivato, tenendo presente che la Bce ha recentemente ridotto i propri tassi di riferimento.
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