• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Creatività nella protesta ma mai giustificare la violenza

Creatività nella protesta ma mai giustificare la violenza

Un recente articolo intitolato “Saviano il telepredicatore” apparso su Micromega, criticava lo scrittore per aver definito in una lettera aperta imbecilli i pochi o molti facinorosi che hanno inficiato la manifestazione del 14 dicembre scorso a Roma con atti di violenza e vandalismo, passando inevitabilmente dalla parte del torto nei confronti dell’opinione pubblica, ma soprattutto fornendo stupidamente al governo legittimità e giustificazione nel reprimere con i manganelli e gli arresti una sacrosanta manifestazione che doveva essere assolutamente pacifica per sortire buoni effetti. 

Ora, si può criticare Saviano per le sue simpatie per Israele, per far guadagnare la Mondadori attraverso la pubblicazione dei suoi libri (ma che dovrebbe fare ormai, ritirarli dal mercato? Avrà firmato un contratto!), per aver dato spazio a Maroni per replicare alle sue invece non oppugnabili narrazioni di fatti circostanziati (ma poi è stato proprio lui a deciderlo?), ma non perché chiama imbecilli 50, 100, o anche 1.000 scalmanati che sanno usare solo la forza e non certo la testa. E' vero, pochi imbecilli (non riesco a chiamarli diversamente) hanno inficiato una legittima manifestazione di protesta e rabbia per la disastrosa condizione della scuola pubblica, che i più invece, fortunatamente, sanno accortamente incanalare in maniera costruttiva. Incendiare un bancomat fa un solletico al capitalismo selvaggio e anzi lo legittima ad additare la folla come il vero male della società, violenta e incontentabile, distogliendo gli occhi dell'opinione pubblica dai veri violenti e fautori di crimini contro l'umanità, come diceva Saramago: cioè, chi ha in mano il mondo e le sue risorse attraverso il potere della finanza e dei media.

A mio parere serve solo intelligenza e tanto buon senso, mai e poi mai la violenza. Serve raccontare, raccontare, raccontare senza sosta le storture del sistema economico-finanziario mondiale; questo si deve far saper ai giovani che conoscendo bene simile perverso sistema, possono meglio difendersene e combatterlo con più efficacia. Informiamoci bene e raccontiamo ai giovani come stanno le cose, ma non giustifichiamo mai, in nessun caso, la violenza come se fosse la sola alternativa per cambiare il mondo: guai se fosse così! Un tempo forse erano necessarie le rivolte violente e cruente, perché c’era meno consapevolezza, meno cultura, più disagi e molta miseria anche e soprattutto interiore e spirituale, cosicché il sentimento umanitario era ancora rozzo e molto limitato, ma oggi…

I giovani hanno bisogno di guide mature e illuminate non “autorevoli” giustificazioni della violenza "perché è il solo modo per farsi ascoltare dopo due anni di proteste inascoltate". Queste sono frasi fatte, e non certo quella che la violenza è controproducente, inutile, barbara e distante anni luce dai valori civici e umanitari che ci distinguono dal resto del mondo animale. Questo è un assioma universale per chi ha il privilegio di appartenere al genere umano. Intorno a tale assioma si devono e si possono costruire, con la creatività che ci caratterizza in quanto essere umani, tutte la manifestazioni di protesta che riusciamo a immaginare. Se i giovani manifestanti di Roma non sono riusciti a prendere nettamente le distanze dai facinorosi e anzi più o meno velatamente li giustificano, dando ad esempio il pretesto al ministro La Russa ad Annozero di accusarli di apologia di reato, secondo me è perché dall’alto qualcuno li indirizza male. Invece è necessaria una rivolta culturale assolutamente pacifica e incruenta per minare alla base questo capitalismo privo di qualsiasi regola che non sia il profitto a qualunque costo.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares