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Creative Commons: una tutela su misura per gli artisti del nuovo millennio

Questa è una storia nata nel 2001 negli Usa ed è legata alle nuove tecnologie, Internet in particolare. Il personaggio principale è il Creative Commons, e ha un fratello, il Copyright. Quando scarichiamo un video da Youtube o copiamo parte di un testo da Internet non stiamo sempre frodando qualcuno.

 Lo dice l’Unione Europea, che ha fatto propria la legislazione statunitense e ha redatto un documento che raccoglie le linee guida per l’utente che vuole rispettare la proprietà intellettuale, senza togliersi nessuno sfizio. Le parole d’ordine sono: flessibilità e controllo.

La soluzione è il Creative Commons, che consiste in "licenze flessibili concepite per consentire agli autori di mantenere il controllo sul proprio lavoro" regolamentandone la circolazione. Non un “libera tutti”, insomma, a differenza di quello che di solito si pensa.

Scelta obbligata. Il Creative Commons non è sempre una via dettata da motivi filantropici. "Il copyright dà grossi guadagni a pochi" dice Giulio De Luise, ideatore del sito Buskerlabel. E per poterne usufruire bisogna pagare delle royalties, che non sempre sono alla portata delle piccole band.

"Spesso chi ha realizzato un’opera intellettuale – continua Giulio – ne perde il controllo. I diritti, una volta venduti, non sono più gestibili dall’autore. Invece con il Creative Commons l’artista può decidere di “scorporare” alcuni diritti dagli altri e di mantenerli sotto il proprio diretto controllo".

Artisti del nuovo millennio. Non sono estremisti che rinunciano al guadagno nel nome della condivisione. "Noi abbiamo deciso di vendere i diritti delle nostre canzoni solo per coprire i costi delle esibizioni live – dice Vincenzo, cantante dei Vinilika – Mettiamo online a disposizione di tutti i nostri album, ma puntiamo tutto sui concerti". Il loro primo lavoro è scaricabile gratis dal sito Buskerlabel.

"Vivere della nostra musica è impensabile. Ci accontentiamo di farla conoscere a più persone possibili. Il web ci permette di coltivare un pubblico dai gusti più selettivi rispetto alle masse, una cerchia con cui dialogare e instaurare un rapporto che non sia puramente commerciale".

Insomma, il Creative Commons è una tutela su misura che mette d’accordo tutti: autori in cerca di pubblicità e internauti innamorati della condivisione.

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