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Costa Concordia: un colpevole e qualche dubbio

La tragedia della Costa Concordia che, probabilmente, per una leggerezza del comandante si è schiantata sugli scogli antistanti l’isola del Giglio ha scosso ed interessato un po’ tutti in italia e fuori dal nostro paese. La fragilità di un mostro di lusso e acciaio che nell’immaginario collettivo appariva inaffondabile incuriosisce ed impensierisce in egual misura.

Poiché siamo tutti consapevoli che l’ammiraglia della Costa ha concluso miseramente il suo ultimo viaggio non tanto per l’impatto con uno scoglio “che stava li dove non doveva stare” ma per il gravissimo errore di valutazione della persona a cui erano affidate le esitenze di migliaia di passeggeri, dovremmo chiederci come è potuto succedere? Siamo sicuri che una tragedia di tale dimensioni sia ascrivibile al comportamento scorretto di una sola persona?

Le colpe del comandante sembrano inequivocabili, e la magistratura ne sta già ricostruendo l’entità, ma è tutto qui?

La domanda centrale della questione è: se il comandante Schettino dopo la sua deviazione “con inchino” davanti al porto del Giglio avesse proseguito con successo la navigazione verso Savona, schivando di pochi metri gli scogli delle Scole e concludendo con successo la crociera “degli agrumi”, sarebbe rimasto al suo posto?

Quali sarebbero state le reazioni ed i provvedimenti disciplinari della compagnia armatrice? Si sarebbe stigmatizzato l’accaduto? Si sarebbe rimosso il capitano dalla sua funzione in quanto con quel comportamento avrebbe esposto ad un rischio ingiustificato i passeggeri?

Oppure non sarebbe successo niente in quanto la crociera del 13 gennaio era una delle tante che solcano il Tirreno, con una grande dose di normalità ed un enorme rischio sconosciuto ai più?

Queste considerazioni avvengono dopo la conferenza stampa dell’AD di Costa Pierluigi Foschi, un uomo sinceramente sconvolto e provato dalla tragedia che ha rilevato come la rotta di ogni nave da crociera (seguita e registrata da strumentazioni GPS) sia prestabilita, mentre ogni deviazione al percorso concordato (adeguatamento segnalata) debba essere preliminarmente approvata dalla Capitaneria di Porto e congiuntamente dall’armatore.

Se come ha riportato il quotidiano la Repubblica “la passerella” della Concordia dinanzi l’Isola del Giglio era già avvenuta il 14 agosto (mentre l’AD parla di una sola autorizzazione data la notte di San Lorenzo) e dalle gallerie in rete si evince che gli avvicinamenti sotto costa fossero più di uno strappo alla regola per quale motivo non si era corso a delle contromisure? Limitando al massimo e prescrivendo precise distanze di sicurezza dalla costa, la cui trasgressione a carico dei comandati sarebbe stata di volta in volta facilmente registrabile dalla strumentazione GPS e sanzionabile dall'armatore, oppure vietando quello che appare una sorta di consuetudine che impreziosiva di una esperienza "nuova" il viaggio dei crocieristi?

Forse non è tutta colpa di un solo uomo, forse lo spettro delle responsabilità è più ampio. Una volta fatto tutto il possibile per ricercare i dispersi e scongiurare il disastro ecologico bisognera’ allargare la platea a cui chiedere delle risposte.

Per quanto riguarda il relitto in futuro andrà rimosso. Se ciò non dovesse essere possibile perché finito troppo dentro mare, una volta messo in sicurezza e bonificato diventerà parte del paeseggio dell’isola del Giglio, ed un’attrazione turistica dell’arcipelago Toscano. Come la Torre Eiffel costruita per l’esposizione universale del 1889, non venne smantelata in quanto in pochi anni divenne non solo parte dello skyline di Parigi ma anche icona della Francia, la Costa Concordia potrebbe presto diventare un monumento alla grandezza e alla fallibilità delle capacità umane. In questo caso italiane. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.63) 17 gennaio 2012 10:23
    Damiano Mazzotti

    Per me nessun dubbio per i membri dell’equipaggio: evacuare più di 4.000 persone di notte, con luci in avaria, con la nave che s’inclina, con un mix di lingue abnorme, con scarso contributo da parte del comandante, è stata un’impresa titanica.

    Il problema vero è l’eccessivo gigantismo di queste navi mostro troppo difficili da gestire in situazioni d’emergenza. Con un mare mosso non so quante persone si sarebbero salvate.

  • Di (---.---.---.181) 17 gennaio 2012 11:06

    Almeno correggete gli errori, prima di pubblicare.
    Capisco che la fonte è altra, ma le fonti vanno controllate anche per quel che riguarda errori che un "giornale" non dovrebbe fare.

  • Di (---.---.---.58) 17 gennaio 2012 14:29

    Personalmente trovo terribile l’idea di fare una vacanza in un falansterio simile, per quanto luccicante, pieno di attrazioni e svaghi ma sempre un casermone viaggiante è. Sembra come viaggiare su un mega centro commerciale sull’acqua e trovare la cosa divertente. Il 99% delle persone non sanno (e non gli interessa) ciò che vedranno nei vari porti per brevi che siano le soste. Abbiamo trasformato il viaggio in mare in qualcosa di posticcio e di finto, di mare lassù non si sente nemmeno l’odore, si passa una settimana in una dimensione finta e densa di avvenimenti futili accompagnati da pranzi cene e colazioni all inclusive dove si mangia a volontà. Premesso ciò che non ha nulla in comune con la tragedia, mi assale pure il dubbio che di questa mercificazione che si è fatta del viaggio sia stato contagiato pure il metodo di selezione dei comandanti di questi giganti dei mari. Il personale per quanto mi risulta ha aiutato i passeggeri e per di più alcuni di loro sono ancora dispersi. Il Comandante che dovrà rispondere alla giustizia di quanto fatto e all’opinione pubblica di quanto ha detto, ha buttato per ora un’ombra sui comandanti della marina italiana di tutti i tempi. Spero che la verita sia accertata, che si compia un miracolo per i dispersi e che gli scampati recuperino gli effetti del trauma. Per i deceduti una preghiera, che riposino in pace.

    Spero che il nostro Paese si dedichi di più al settore turismo ma con un approccio più evoluto come vedo in tanti altri paesi al mondo.

    Saluti da Roma

    Antonino

  • Di (---.---.---.101) 17 gennaio 2012 14:46

    impreziosiva con una sola Z, grazie

  • Di Geri Steve (---.---.---.70) 17 gennaio 2012 22:09

    La stampa estera ci dice che fuori d’Italia hanno le idee molto chiare: si tratta di un fattaccio che dimostra che l’Italia intera, con tutte le sue istituzioni, sta affondando, non soltanto la Costa concordia. Li’ nessuno accetta l’idea che la nave sia stata speronata da uno scoglio o che il capitano sia uno sfigato e la capitaneria di porto sia brava gente.

    Ripeto qui cio’ che scrissi piu’ di due gg fa in un mio commento su agoravox.

    E’ evidente che responsabilita’ umane ce ne sono, e tante: il capitano e’ un cretino, incapace e vigliacco, l’equipaggio non e’ stato assolutamente all’altezza, pare che mancassero perfino i salvagente...

    Ma qui sarebbe da seguire l’esempio della indagine Thissen Krupp: il CdA della Costa Crociere dovrebbe andare tutto in galera, perche’ quella societa’ lucrava sulle crociere utilizzando personale inadeguato.

    Ma c’e’ anche un aspetto di prevenzione: e’ mai possibile che una impresa che gestisce trasporti non sia soggetta a controlli preventivi sulla sicurezza? Pare addirittura che fosse un’abitudine quella delle navi turistiche di deviare dalla rotta assegnata per passare vicino a quell’isola.

    Secondo me dovrebbero essere condannati e rimossi definitivamente coloro che dovevano controllare e non lo hanno fatto, per pigrizia, quieto vivere o tangenti.

  • Di paolo (---.---.---.45) 22 gennaio 2012 18:02

    Andrea ,le deviazioni di rotta ancorché concordate con l’armatore e le Capitanerie di Porto ,sempre negli ampi limiti di sicurezza , sono consentite , il gusto " del brivido " no .

    Adesso perché Schettino(e i suoi secondi in plancia) abbiano fatto un errore di manovra cosi’ macroscopico starà all’inchiesta stabilirlo . Che ci siano anche responsabilità più generali è probabilmente scontato non foss’altro per il fatto di avere affidato una nave di quel genere a gente che ha dimostrato ,dopo il botto ,di che pasta erano fatti .

    Infine non credo che i toscani accetteranno il "trofeo" davanti alla loro costa e neanche sul fondale , verrà rimorchiato oppure smantellato sul posto .Lavoro lungo e difficile.
    ciao

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