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Cosa vogliono fare le "sardine" da grandi?

Chi considera il fenomeno delle sardine come una protesta contro l'odio, razzismo e populismo della destra italiana, e chi invece pensa sia una tirata d’orecchie alla sinistra italiana. 

Un elettore su quattro sarebbe pronto a votare per il movimento delle sardine. Questo è quello che risulta dopo l’ultimo sondaggio Demos per Repubblica. Circa il 39% dei giovani tra i 25 e 34 anni invece, aderirebbe al manifesto delle sardine dando il proprio consenso nel caso in cui si andasse a votare.

Alle sardine va il merito di aver popolato le piazze italiane. Da nord a sud abbiamo assistito a migliaia di persone esprimere il proprio disagio contro la "politica dell'odio" della destra sovranista. Una partecipazione in piazza così compatta non si vedeva in Italia da troppi anni.

Dopo il flashmob nazionale che si terrà a Roma in Piazza San Giovanni il prossimo 14 dicembre, le elezioni “spartiacque” alle regionali in Emilia Romagna e dopo il probabile calo mediatico del fenomeno sardine, è naturale chiedersi cosa hanno in mente gli organizzatori del movimento e se hanno intenzione di mitigare il loro consenso verso le urne.

Qualcuno pensa che serva una alternativa concreta alla politica italiana con una visione del mondo ben precisa, altri invece ritengono che questo sia un onere della sinistra o di qualche fronte progressista italiano. Difficile da dire, visto che la stessa sinistra negli ultimi anni si è dimostrata incoerente ai propri princìpi e sembra essere in contraddizione anche con quelli alla base del manifesto delle sardine. Di politici con la “P” maiuscola, che sbagliano e si prendono le proprie responsabilità, se ne sono visti ben pochi in Italia negli ultimi anni. 

Le sardine potrebbero essere una semplice meteora nella politica italiana, allora. Un semplice movimento di coscienze che manifesta l’indignazione di una parte di italiani. Secondo le sue ultime parole, il leader Santori non pensa di voler fondare un partito anche se non si sbilancia sul futuro. Per adesso sembrano voler continuare sulla strada di un movimento anti-populismo rivolto ai sovranisti di destra.

Sembra però che dopo gli ultimi sondaggi, sulle sardine pesi il fardello della cosiddetta “leggerezza dell’essere”. Continuando ad essere un movimento di coscienze anti-odio, al di là delle imminenti elezioni in Emilia Romagna, c’è chi si chiede cosa ne sarà di quel 25% di probabile adesione elettorale. La possibilità che possa propendere verso qualcosa di non attualmente rappresentativo dell’ideale politico raccontato nel loro manifesto, potrebbe rivelare una sconnessione rispetto al messaggio iniziale delle sardine.

Qualsiasi direzione vogliano intraprendere e nonostante la leggerezza che i fondatori del movimento continuano a voler trasmettere, sembra inevitabile affermare che il futuro delle sardine è tutt’altro che spensierato. Soprattutto se si vuol tenere ben presente che indirizzare le persone verso il male minore non può essere una strategia vincente.

Vincenzo Imparato



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