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Cosa sta succedendo nel Regno Unito con l’epidemia

Il Regno Unito sta sperimentando un aumento esponenziale dei casi e un leggero aumento delle ospedalizzazioni a causa della diffusione della variante Delta.

di Lorenzo Ruffino

Nelle ultime settimane il Regno Unito è tornato al centro dell’attenzione a seguito della diffusione della variante Delta e per via dell’aumento dei casi. Ma cosa sta succedendo e quanto bisogna preoccuparsi?

L’epidemia torna a diffondersi

La media settimanale dei casi in Inghilterra a ieri era pari a 5.700 casi al giorno, in aumento del 67% rispetto a sette giorni prima. Il tempo di raddoppio dei casi è pari a nove giorni e l’indice di riproduzione effettiva Rt a 1,5. Nonostante i casi rimangano molto bassi rispetto ai momenti peggiori dei mesi passati, bisogna tenere conto che in questo momento l’Inghilterra è caratterizzata da un andamento esponenziale. Il tasso di aumento rispetto a sette giorni prima cresce ogni giorno ed è passato dal 10% meno di venti giorni fa a oltre il 60% ieri.

Una delle zone più colpite nelle ultime settimane è stata Bolton, una cittadina vicino a Manchester che è passata da 10 a 160 casi giornalieri in media settimanale con picchi di 290 in meno di venti giorni. Attualmente però i casi si stanno riducendo e l’azione di contenimento con test di massa sembra aver funzionato. 

Va tenuto conto che nel Regno Unito vengono condotti in media al giorno circa 260mila tamponi molecolari e altre 300-400mila test tra sierologici, antigenici e salivari. 

 

 

Le ospedalizzazioni al momento non stanno aumentando ancora come i casi, sebbene vada considerato che in media negli ultimi due mesi il 4-5% dei positivi viene ospedalizzato, cosa che lascia intuire che si avrà un aumento nei prossimi giorni. 

La situazione che desta più preoccupazione è quella nel Nord-Ovest, dove si sta già avendo una crescita esponenziale delle ospedalizzazioni e degli ospedalizzati. La fascia di età in cui sta aumentando il numero di ospedalizzati è quella di chi ha tra 14 e 64 anni, mentre tra i più anziani i numeri rimangono molto piccoli. 

Nonostante questi dati, questa nuova fase epidemica dovrebbe essere sensibilmente meno letale di quelle passate grazie al fatto che i più anziani sono vaccinati e protetti dagli effetti della Covid-19, mentre i più giovani hanno un tasso di letalità sensibilmente minore. 

Va inoltre tenuto conto che è possibile che attualmente si stiano ammettendo persone in ospedale che non si sarebbero ammesse qualche mese fa, essendoci molti posti letto liberi. Bisogna anche considerare che la permanenza media in ospedale è diminuita: il 75% viene dimesso entro dieci giorni, mentre prima tale dato era circa del 40%. 

In generale sembra che i vaccini abbiano indebolito il legame tra casi e ospedalizzazioni, sebbene non siano ancora riusciti a romperlo del tutto. 

 

Che ruolo ha la variante Delta

L’aumento che si sta avendo nel Regno Unito è riconducibile alla diffusione della variante Delta, il cui nome scientifico è B.1.617.2, una variante derivante da quella responsabile dell’ondata di casi avvenuta tra marzo e aprile in India.

La variante Delta si è diffusa nel Regno Unito andando a sostituire la variante Alpha (B.1.117), quella trovata per la prima volta nel Kent e poi diffusasi in tutto il mondo. A inizio giugno contava per tre quarti dei nuovi casi britannici.

La Delta è caratterizzata da una maggiore trasmissibilità. Basandosi sul tasso di attacco secondario, cioè quante persone infetta un positivo, si ha un aumento del 50% della trasmissibilità rispetto all’Alpha. Se si guarda invece ai trend di crescita delle due varianti, si ha che la Delta è più trasmissibile del 70%. Seppur i dati siano meno certi, sembra che questa variante causi una forma di malattia più severa: il rischio di essere ricoverati in ospedale più che raddoppia. 

Questa nuova variante si sta diffondendo in molti paesi del mondo e a metà maggio rappresentava l’1% dei casi. Va comunque tenuto conto che fuori dal Regno Unito la velocità di crescita è minore e che un ruolo nella sua diffusione possono averlo avuto i pochi casi che si registravano nel paese ad aprile. In Italia, secondo l’ultima indagine di prevalenza, a metà maggio era pari all’1% dei casi.

 

 

I vaccini funzionano

Dal Regno Unito ci sono ormai molte prove che i vaccini funzionano anche contro la variante Delta. Guardando a tutti i vaccini insieme si ha che due dosi forniscono una protezione dell’81% contro le forme sintomatiche, in leggero calo rispetto all’88% che hanno contro l’Alpha.

Il problema principale si pone quando le persone sono vaccinate solo in modo parziale con una dose: in questo caso la protezione è pari solo al 33%, in forte calo rispetto al 50% che i vaccini fornivano contro l’Alpha.

Il 73% dei casi Delta ha riguardato persone vaccinate e solo il 3,7% persone che hanno ricevuto entrambe le dosi. 

Va comunque considerato che il Regno Unito è uno dei paesi con il maggior numero di persone coperte in modo completo dai vaccini: oltre il 40% della popolazione inglese ha infatti ricevuto entrambe le dosi. Per fare un confronto, in Italia è solo il 22% a potersi considerare completamente protetto.

La variante non si è quindi diffusa per via delle persone protette solo parzialmente, ma perché è andata a colpire le classi di età più giovani che non avevano ricevuto neanche una dose. A Bolton, ad esempio, l’incidenza settimanale è arrivata ad essere pari a più di 600 casi ogni 100mila abitanti tra i 15 e i 24 anni, mentre tra chi aveva più di 80 anni non è mai salita oltre i 60 casi ogni 100mila abitanti.

 

Foto di Pete Linforth da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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