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 Home page > Tribuna Libera > Cosa significa vivere in uno stato fascista o totalitario?

Cosa significa vivere in uno stato fascista o totalitario?

Pochi hanno la percezione di cosa significhi davvero vivere in uno stato fascista o meglio totalitario e allora ho pensato di spiegarlo con questo breve racconto:

 

 
"Sono già tre ore che sto aspettando fuori dall'ufficio del Gip. E tutto solo per avere messo un "mi piace" su Facebook ad un post inserito da mio cognato tempo fa. 
Era un post dall'apparenza innocuo relativo al battesimo di mia nipote. 
Sapevo che mio cognato era di idee opposte alle mie, ma mai avrei pensato di essere indagato per avere messo un semplice "mi piace". 
Ora stanno spulciando nella mia vita privata e vagliando quali erano i miei rapporti con lui.
E pensare che sono sempre stato fedele a questo governo.
Ho appoggiato le campagne xenofobe e contro gli immigrati fin dall'inizio.
Ho sostenuto i rastrellamenti fatti nei campi rom e il loro confinamento nei territori più scomodi e isolati del paese.
Ho gioito quando hanno modificato la Costituzione togliendovi la libertà di espressione e bandendo quindi ogni media o opere narrative contrarie al nuovo ordine esistente.
Mi sono sentito più tranquillo e sicuro nel vedere le nostre strade sorvegliate costantemente da agenti del nuovo ente di sicurezza stabilito dal governo.
Vedere anche le scuole e le fabbriche dove non si protesta più a causa di quelle stupide rivendicazioni di Sinistra ha reso il paese più pacifico, sicuro e tranquillo.
Ora sì, che la sicurezza e l'ordine regnano sovrani.
E chi vi si oppone viene giustamente punito, escluso e recluso e se è necessario con la forza.
Perché è giusto usarla contro coloro che minano la serenità delle nostre abitazioni, i nostri patrimoni e il nostro benessere.
Poi un giorno è squillato il campanello.
E si sono presentati due agenti del nuovo ente di sicurezza.
E' stata grande la mia sorpresa.
Poi, senza chiedermi nulla, mentre uno mi notificava l'accusa di avere avuto a che fare con un sovversivo (mio cognato) solo per avere messo un "mi piace" su un post su Facebook, l'altro metteva sottosopra mezza casa per cercare altri elementi compromettenti nei confronti della mia persona e eventualmente anche di mia moglie.
Mi hanno quindi ordinato di seguirli lasciando sbigottita mia moglie seduta sul divano.
Privo di cellulare, mi hanno costretto a sedermi sui sedili di una macchina dai vetri oscurati, incastrato stretto da due omoni dall'espressione inquietante.
Ora sono tre ore che sono ammanettato ad una sedia e siamo una decina di persone a vivere questa esperienza. 
Ci è proibito di parlare tra noi e gli agenti ci tengono costantemente sotto'occhio!
E tutto per un "mi piace" messo su un post apparentemente insignificante su Facebook!"

 

Da meditare....
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