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Cosa dicono i dati sulle chiamate al 118 in Lombardia

Gli interventi del 118 nella regione più popolosa d’Italia mostrano che il picco della quarta ondata è ormai alle spalle.

di Lorenzo Ruffino

In Lombardia l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (AREU) raccoglie i dati giornalieri sugli interventi del 118 per motivi respiratori o infettivi e Il Sole 24 Ore li diffonde da ormai più di un anno. Ma cosa dicono questi dati? Pur non essendo nazionali, sono comunque riferiti alla regione italiana più popolosa: in Lombardia, infatti, vive un italiano su sei.

C’è una relazione tra interventi del 118 e ricoveri

Confrontando i dati degli interventi del 118 e quelli dei ricoveri giornalieri in Lombardia rilasciati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) emerge una correlazione tra le due serie storiche. 

Gli interventi del 118 tendono a essere più dei nuovi ricoveri per Covid-19, perché ci sono pazienti che hanno bisogno di un’ambulanza per motivi diversi dal coronavirus (in particolar modo nei periodi in cui l’epidemia è più tranquilla) e perché non tutti i pazienti positivi vengono ricoverati. Nei momenti di picco e di pressione ospedaliera, però, le due curve sono molto simili: ad esempio a marzo 2020, nel peggiore momento della pandemia, si arrivò ad avere picchi di 1.400 interventi del 118 al giorno per motivi respiratori e infettivi e oltre 1.300 ricoveri per Covid-19. Una dinamica simile si è vista durante la seconda ondata, quando a fronte di 900 interventi del 118 si avevano anche 800 ricoveri per Covid-19. 

Quando l’epidemia nei mesi scorsi è tornata a peggiorare e i ricoveri stavano salendo, passando dai 30 di metà ottobre ai 400 di fine anno, anche gli interventi del 118 sono aumentati, passando da una media di 270 a metà ottobre a oltre 700 al giorno a fine anno – lo stesso livello che si era raggiunto nella terza ondata a metà marzo 2021. 

In questa ondata ci sono state meno chiamate che in passato

Nonostante in Lombardia ci siano stati molti più casi in passato, in questa ondata ci sono state meno chiamate che in due delle tre precedenti ondate. Se i casi sono arrivati a quasi il 500% di quelli che ci furono a metà di novembre 2020 nella seconda ondata, gli interventi del 118 sono arrivati a un massimo del 75% e i ricoveri al 45%.

Questo è stato possibile grazie al fatto che i vaccini prevengono la stragrande maggioranza delle forme gravi della Covid-19 e alla diffusione della variante Omicron, che causa forme più lievi della malattia. 

Il disaccoppiamento tra le curve, che si osserva anche a livello nazionale tra i casi, gli ingressi in terapia intensiva e le ospedalizzazioni si può vedere nel grafico sottostante. 

 

I dati delle chiamate al 118 sono inoltre più aggiornati e tempestivi di quelli dei ricoveri rilasciati dall’Iss e mostrano che la Lombardia ha superato il picco della quarta ondata. La media settimanale degli interventi del 118 è infatti in calo dal massimo di 708 registrato il 4 gennaio ai 552 interventi del 13 gennaio. Per vedere questo nei dati dei ricoveri serviranno ancora una decina di giorni, perché il consolidamento richiede tempo, così come la pubblicazione. 

Conclusione

I dati delle chiamate al 118 sono un ottimo indicatore per valutare come sta andando l’epidemia e permettono analisi più tempestive di quanto fanno i ricoveri, che invece hanno bisogno di tempo per essere consolidati e poi comunicati. 

Il problema è che la Lombardia è l’unica regione a rilasciarli e non lo fa in formato open data. I dati sono pubblicati esclusivamente dal Sole 24 Ore e non sono accessibili a tutti. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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