Cosa c’è dietro alla vaccinazione obbligatoria voluta da Biden?
Il calo nei sondaggi, ora al 44 percento, dietro l'obbligo vaccinale per i dipendenti federali, e circa i due terzi dei lavoratori degli Stati Uniti. Il presidente Usa ha bisogno di recuperare credibilità dopo esser stato imputato di aver distolto troppo l'attenzione dal Covid, mentre si è passati da 19 mila infezioni settimanali medie di luglio alle 148 mila di questa settimana.
La stragrande maggioranza dei lavoratori federali, e anche gli appaltatori del governo americano e alcuni dipendenti del settore sanitario dovranno essere vaccinati se non vorranno correre il rischio di essere licenziati. Avranno tempo 75 giorni per farlo. Lo ha stabilito giovedì 9 settembre Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Biden, dopo averlo annunciato un mese fa, ha varato un piano a sei punte chiamato "Percorso fuori dalla pandemia", che include vaccinare i non vaccinati; proteggere ulteriormente i vaccinati attraverso i richiami; tenere aperte le scuole; aumentare i test e l’uso delle mascherine; tutelare la ripresa economica; e migliorare l'assistenza ai malati di Covid-19. Sono circa 100 milioni i lavoratori che saranno colpiti dai nuovi provvedimenti, circa i due terzi, secondo quanto diffuso dalla Cnbc. Tra i destinatari dei provvedimenti, con l’aiuto del Dipartimento del Lavoro, anche le aziende con più di 100 dipendenti: dovranno seguire gli standard dei dipendenti federali (non se ne conoscono esattamente i termini, verranno stabiliti le prossime settimane), essere vaccinati e fare un test settimanalmente, se non vorranno essere multati pesantemente. I datori di lavoro potrebbero essere inoltre costretti a retribuire le ferie per permettere i lavoratori di vaccinarsi. Mentre per quanto riguarda le scuole ha invitato gli stati governati dal Grand old Party che hanno cercato di vietare l'obbligo delle mascherine scolastiche, di vaccinare tutti gli insegnanti e il personale scolastico ed effettuare i test. Sarà inoltre più facile reperire i test, li inizieranno a vendere anche Amazon, Walmart e Kroeger, tre tra le più grandi catene di distribuzione, e il loro costo potrebbe essere ribassato del 35 percento per renderli più accessibili a tutti. Mentre per quanto riguarda la loro produzione Biden ha annunciato di voler "adire" al "Defense Production Act", una misura varata al tempo di guerra, utilizzata per costringere le aziende a produrre forniture essenziali.
Le misure intraprese posso essere considerate un deterrente per il calo di consensi che sta vivendo l’amministrazione Biden, che qualcuno, forse provocatoriamente, ha già definito al capolinea.
La rapida recrudescenza della variante Delta del Covid-19 sta infatti mettendo a dura prova l’amministrazione Biden, che viene da un agosto terribile se considerate le critiche per la disordinata ritirata dall’Afghanistan, ma anche l’inflazione che sta fagocitando gli incrementi salariali appena varati, mettendo in cattive acque tutto il partito Democratico. Tra le critiche che stanno piovendo su Biden c’è quella di aver abbassato la guardia troppo presto, come avvenuto lunedì 4 luglio, in concomitanza con la festa dell’Indipendenza degli Stati Uniti, quando festeggiò la quasi indipendenza dal virus prendendosi per esempio il merito di aver sostituito le maschere con i giochi con la palla, e i barbecue in famiglia. Tutto troppo presto. Da lì a poco, però ci sarebbe stata l’espansione della curva dei casi, iniziati a salire vertiginosamente passando dai 19 mila infezioni settimanali medie di luglio alle 148 mila di questa settimana. Senza contare i morti, che sono circa 1500 al giorno, secondo i dati della Hopkins University. Biden nei giorni scorsi aveva indicato i non vaccinati come i principali infettati, e nel discorso di. Oggi l’arma della rassicurazioni del buon padre di famiglia, avverso alle bizze di Trump sembrano essere meno efficaci rispetto a più di sette mesi fa, anche se Biden ha puntato il dito nuovamente contro i non vaccinati, che sono circa 80 milioni in America, dicendo «siamo stati pazienti, ma la nostra pazienza si sta esaurendo e il tuo rifiuto è costato a tutti noi». Per farlo Biden si fa forza sul fatto che, già da fine agosto, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato in via definitiva il vaccino della Pfizer, ritenendolo quindi sicuro.
Critiche per esempio rivolte in particolare dai funzionari sanitari, che si sono lamentati della confusione sulle tempistiche e sulla necessità dei richiami delle dosi del vaccino contro il Covid, soprattutto per i messaggi confusi del Centro di controllo e prevenzione delle malattie (CDC). E’ impensabile, sostengono in molti, che fino a pochi mesi fa era considerato uno dei principali promotori del vaccino e delle campagne vaccinali, oggi venga criticato per inefficienza nel fronteggiare il Covid. Tra le critiche più pungenti del fuoco amico, quelle dai colleghi del Partito Democratico, ci sono quelle rivolte alla protezione dei bambini che non si possono vaccinare, sui cui rimedi non è stata fatta parola da Biden. Oppure, da altri, su quante dosi un cittadino fragile o meno debba ricevere, due o tre, e con quali tempistiche (si è parlato di un richiamo a 8 mesi a partire dal 20 settembre) oppure come debbano essere vaccinati i bambini che si accingono ad andare a scuola. Tutte cose poi più o meno chiarite da Biden nel discorso di giovedì 9 settembre, e disponibili sui siti governativi.
Il tutto, le polemiche dei giorni scorsi, sorte a pochi giorni dall’apertura della scuole, previsto più o meno in questi giorni su tutto il territorio federale. Anche negli Stati Uniti molti genitori sono infatti preoccupati per possibili nuovi lockdown o di chiusure sincopate, che possano inficiare il percorso formativo dei giovani. Non solo. Come spiegano Natasha Korecky e David Siders su Politico, una cattiva gestione dell’epidemia «minaccia di spiazzare l'enorme agenda economica di Biden, costringendo il presidente a dedicare più tempo, attenzione e capitale politico alla pandemia piuttosto che indirizzare le energie verso un elevato pacchetto infrastrutturale e un 3,5 trilioni di dollari». Fino a questo momento il Presidente Joe Biden ha potuto disporre di 1900 miliardi di dollari da destinare a imprese e famiglie, più ulteriori 250 miliardi per l’innovazione tecnologica industriale e la ricerca, ma se a questi ingenti finanziamenti non corrispondesse una gestione ottimale della pandemia, con numeri bassi relativi ai contagi e alle morti, allora la Casa Bianca avrebbe difficoltà a tornare al Congresso e chiedere un altro giro di fondi di salvataggio.
Come accennato precedentemente la questione Covid è stata una potente arma elettorale per il presidente Biden nella corsa alla Casa Bianca. L’immagine rassicurante, da buon padre di famiglia di Biden, anteposta a quella troppo spavalda di Trump, hanno permesso ai Democratici di ottenere la spinta decisiva sulla vittoria finale dei democratici. Anche grazie alla lotta al Covid. Certo Trump ha reso la vita agevole a Biden, basta ricordare il siparietto avvenuto i primi giorni di ottobre dello scorso anno, quando l’allora presidente Repubblicano derise il suo avversario democratico perché in quel momento indossava la mascherina (o perché l’avesse indossata troppe volte nelle precedenti uscite). Malasorte due giorni dopo, Trump contrasse il Covid, compromettendo in parte anche una campagna elettorale molto discutibile. Secondo alcuni analisti molti democratici hanno iniziato a guardare alle elezioni di midterm, previste per il novembre del 2022. Correre ai ripari oggi vorrebbe dire non perdere forza alla Camera dei Rappresentanti ma soprattutto in Senato, dove gli equilibri sono tenui. Non è un caso che il campanello d‘allarme per l’approvazione dell’operato di Biden sia calato al 44 percento secondo un recente sondaggio di FivethirtyEight. Il caso, ma non è un caso, ovviamente, ha voluto che abbia iniziato a piacere meno esattamente quando la variante Delta è iniziata a risalire. Che le elezioni di midterm, generalmente, non diano facili conferme vien da sé.
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