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Corruzione, un pantano lungo vent’anni. Interviste a Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo

La corruzione nel nostro Paese è un cancro da estirpare che causa, secondo la Corte dei Conti, 60 miliardi di euro di danni al sistema economico. Un dato preoccupante, che però non sembra destare grande preoccupazione nella società.

Eppure quella cifra calcolata dalla Corte dei Conti viene sottratta a tutti, ad esempio gonfiando i costi delle infrastrutture, pagate con i soldi pubblici. A vent’anni da Tangentopoli poco sembra cambiato nel sistema italiano. Ne abbiamo parlato con due protagonisti dell’inchiesta Mani pulite, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo.

Ecco le interviste: a Gherardo Colombo, ex magistrato ora presidente di Garzanti libri e impegnato nell’educazione alla legalità nelle scuole;

e a Piercamillo Davigo, giudice di Cassazione.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.65) 10 aprile 2012 17:27

    Attenzione la corruzione è molto di più della semplice sottrazione fraudolenta di denaro dal bilancio pubblico. E’ sicuramente il più grave problema della società italiana per l’insieme di effetti negativi che essa produce, ivi incluso il fatto che essa rappresenta il terreno di incontro tra politici, amministratori e mafiosi. E’ mediante atti corruttivi che avviene la penetrazione delle mafie nello Stato. Ed è sicuramente uno dei più potenti disincentivi a investire in Italia.

    Trovo irritanti tutte le ipotesi culturaliste sull’origine e sulle soluzioni del fenomeno. L’origine del fenomeno corruttivo dilagante è nell’atto di nascita dello Stato italiano, la politica è sovrana su tutto e soprattutto sulla magistratura. Tale stato di cose portò il ceto politico italiano a spadroneggiare impunemente per oltre un secolo. A partire dalla fine degli anni sessanta, la raggiunta indipendenza della magistratura cominciò a produrre i primi risultati (ricordate i cosiddetti pretori d’assalto ??) per finire in "mani pulite". Dopo tangentopoli il ceto politico italiano ha reagito arrivando - di fatto - a mettere la magistratura nelle condizioni di non nuocere (modifiche dei reati, riduzione delle pene massime, accorciameto dei tempi di prescrizione e tante altre cose).

    Il problema quindi è politico! nel senso che deve maturare un orientamento nell’elettorato italiano che riconduca il ceto politico sotto il controllo di legalità. senza questa volontà della maggioranza degli italiani è inutile perdere tempo. Ed è inutile andare nelle scuole a fare i predicozzi, quando i ragazzi poi escono dalla scuola e impattano con la violenza della corruzione e del clientelismo dimenticano tutti i buoni insegnamenti e si adeguano ai comportamente dei più furbi.

  • Di pv21 (---.---.---.48) 10 aprile 2012 19:41

    Tiraemolla >

    Stanno scadendo i primi 5 mesi del governo “tecnico” di Monti.
    Il Debito pubblico supera del 20% la ricchezza prodotta dal paese. Il tasso d’interesse dei Btp torna a puntare al 6%.
    E’ da agosto 2011 che la Bce sollecita delle “misure concrete” per rilanciare lo sviluppo. Ieri come oggi l’unica cura praticata è quella di tasse e tagli a carico dei “soliti noti”.
    Centinaia di miliardi sono fagocitati da evasione, corruzione e sprechi di spesa pubblica, ma nessuno ha ancora trovato quel minimo di risorse necessarie per invertire la rotta e stimolare investimenti e consumi.
    Dopo le semplificazioni e le liberalizzazioni, “volute” da Monti “per fare crescita e occupazione”, da settimane ferve il dibattito sulla riforma del mercato del lavoro.
    Una riforma senza nuovi posti di lavoro che entrerà a regime nel 2017.

    Quanto può durare il “tiraemolla”? Cosa rischiano i “tecnici” di Monti?
    A novembre, con il semestre bianco di Napolitano, scade anche la possibilità di elezioni anticipate.
    Governare la crisi non è performance da teatrino di Pantomima e Rimpiattino

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