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Corruzione nella gestione dei servizi sociali nel messinese: coinvolti politici, funzionari e imprenditori

Mesi e mesi di indagini, acquisizione di documenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. Così i procuratori della Repubblica di Patti (Me) Rosa Raffa e Rosanna Casabona hanno scoperchiato un sodalizio criminale tra politici e imprenditori che si sarebbero spartite numerose gare di appalto nel periodo tra il 2008 e il 2013. Coinvolti anche pubblici funzionari e amministratori.

A Patti, nel messinese, nel periodo della giunta Venuto, in cui era assessore ai servizi sociali Francesco Gullo (i due ex amministratori risultano destinatari di avviso di garanzia con le ipotesi di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, corruzione e turbativa d’asta), secondo l’accusa, sarebbe stato garantito a un ristretto gruppo di imprenditori (con a capo Giuseppe Pizzo e Michele Cappadona) il sostanziale monopolio dei servizi sociali attraverso la violazione sistematica delle regole della libera concorrenza nelle procedure negoziali, nonché attraverso la non corretta applicazione delle norme stabilite dalle leggi in materia (regionali e statali) e dal codice appalti. Il “giochetto”, così gli stessi interessati definivano tra loro il metodo applicato, sarebbe stato quello di invitare alle gare le sole ditte con sede nel distretto D30 (avente comune capofila Patti) e appartenente al gruppo di controllo di Pizzo e Cappadona.

Quindi, alle gare si presentava solo quella che – previo accordo – doveva essere designata ovvero, in caso di presentazione delle altre invitate, queste facevano in modo di presentare condizioni meno vantaggiose per l’amministrazione o commettevano una irregolarità formale che ne comportava l’esclusione.

Nella richiesta di arresto è stata ipotizzata la presenza di un’associazione per delinquere capeggiata da Pizzo e Michele Cappadona, con la partecipazione di Gullo e di altri due imprenditori, insieme a due dipendenti comunali Luciana Panissidi, dirigente dell’Area Servizi Sociali del comune di Patti, a cui si contesta la materiale adozione degli atti provvedimentali di propria competenza che hanno reso possibile talune condotte illecite e Salvatore Colonna, funzionario dell’Ufficio Servizio Sociale del comune di Patti che, per agevolare l’assunzione di presegnalato personale privo dei prescritti requisiti (titolo OSA) presso la cooperativa del Pizzo (aggiudicataria di servizio di assistenza igienico sanitaria Scuole per l’anno 2011 nel comune di Gioiosa Marea), escogitava l’espediente di far inoltrare al comune di Patti e far vistare con presa d’atto dal proprio ufficio una richiesta di conferma di operatori precedentemente assunti per pretese “ragioni di continuità didattica”.

Il gip però, pur riconoscendo l’esistenza del sodalizio e la sussistenza dei reati di abuso d’ufficio ipotizzati (quattro capi riguardanti condotte commesse negli anni 2009 e 2010), ha escluso la sussistenza di gravi indizi che provassero la consapevole partecipazione dei due dipendenti comunali.

Nel 2011 cambiano gli equilibri politici, alla giunta Venuto subentra la nuova giunta Aquino (risultano tra gli indagati l’attuale sindaco di Patti, Mauro Aquino, l’assessore Nicola Molica, il presidente del consiglio comunale Giorgio Cangemi, il suo vice Alessio Papa ed i consiglieri comunali Domenico Pontillo e Nicola Giuttari), e il sodalizio viene meno. Ciò comporta un cambio di strategia degli imprenditori che cercano di consolidare la posizione predominate anche con i nuovi arrivati.

Ciò che emergerebbe dalle indagini, in questa fase, è la presenza di nuovi soggetti, gli imprenditori Tindaro Giuttari e Giuseppe Busacca, che riescono ad inserirsi nelle assegnazioni e a rompere il predominio di Pizzo e Cappadona, ma ciò si verifica soltanto in una prima fase in quanto, a partire dalla fine del 2011, il gruppo si ricompatta e si riscontrano svariate ipotesi di turbative d’asta che si protraggono fino alla metà del 2012.

In questa fase non è ravvisabile la presenza di un’associazione, ma di una strategia condivisa tra gli imprenditori di volta in volta impegnati, a volte con la partecipazione degli amministratori. Il gip ha riconosciuto, nella maggior parte dei casi, la sussistenza dei gravi indizi dei reati ipotizzati.

Nel corso delle indagini sarebbe emersa inoltre la reiterata ingerenza di politici nelle assunzioni di personale in seguito alla assegnazione dei servizi. In buona sostanza, dopo la vittoria nella gara, l’imprenditore assegnatario era sistematicamente contattato dai politici ovvero dai dipendenti comunali incaricati dai politici di segnalare i nominativi di personale da assumere; gli imprenditori accettavano tale imposizione inserendo i lavoratori segnalati, anche se, a volte, privi dei titoli necessari, incompetenti o, comunque, non preparati come altri assunti in precedenza dalle cooperative e che, a causa delle imposizioni politiche, dovevano essere licenziati. Il gip, per tale condotta, nella sua ordinanza, ha riconosciuto la fortissima ingerenza dei politici ed il legame tra queste assunzioni ed il contesto elettorale di riferimento (trattandosi di una sorta di remunerazione per i voti ricevuti) evidenziando in più occasioni che era provato il collegamento tra le segnalazioni politiche e le assunzioni, ma ha escluso che tale condotta potesse integrare il reato di corruzione per assenza di prova dell’ingerenza dei politici nella fase precedente delle procedure negoziali. Ciò avrebbe comportato l’assunzione, in molti casi, di personale non preparato, che ha fornito servizi scadenti in settori delicati come l’assistenza ai disabili, ai minori, nelle colonie, tant’è che è stata ipotizzata l’esistenza di più reati di frode nelle pubbliche forniture per l’assunzione di personale privo del titolo OSA (operatore socio assistenziale) richiesto dai bandi.

Anche in questo caso il gip ha riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi in numerosi casi Giuttari, inoltre, è stato raggiunto da misura per il reato di violenza privata ai danni di Cappadona e Domenico Pontillo per avere indotto quest’ultimo ad appoggiare la sua coalizione politica con la minaccia di ostacolare l’assegnazione dei servizi alle cooperative riferibili a Cappadona Colonna è stato, altresì, raggiunto da misura per due episodi di abuso induttivo ai danni di due donne che si erano recate da lui per ottenere contributi assistenziali.

 

Foto: David Evers/Flickr

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