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Come si viveva con 30 dollari al mese in Romania?

Quante notizie circolano su come si viveva nei paesi della cortina di ferro? Propongo due articoli in cui un ingegnere romeno spiega come viveva con 30 dollari al mese, della nostalgia dei tedeschi dell’Est per il precedente modello di vita ed un link ad un’interessante studio che evidenzia l’impatto del "libero mercato" sul tasso di mortalità di quei paesi.

Come si viveva con 30 dollari al mese in Romania?

Spiegavo nel novembre 2008 ad alcuni svedesi, come io, ingegnere, vivevo nel 1988 con 30 dollari al mese. Gli pareva incredibile, eppure era così e basta guardare ai sondaggi per constatare che oltre il 65% della popolazione della Romania viveva meglio nel 1989. Vi spiego come si viveva con 30 dollari al mese nella Romania Socialista? I 3500 lei che guadagnavo col mio lavoro, se li cambiavo in dollari nella casa dello studente ottenevo 35 dollari perché per 100 lei ottenevi un dollaro, a nero, dato che il cambio ufficiale del dollaro era di 15 lei e quel cambio ufficiale leu / dollaro lo facevi solo se effettuavi un’escursione.
 
Quindi vediamo cosa facevo col mio salario mensile che era di 35 dollari nella Romania Socialista. Con 0,89 dollari prendevo il treno per FiliaÅŸi dove lavoravo, con 0,54 dollari avevo un abbonamento all’autobus in Craiova, con 1,5 dollari pagavo l’affitto di un appartamento di tre camere, 1 dollaro era il costo del mantenimento medio per quell’appartamento, per comprare il cibo per tre persone tiravi fuori dalla tasca 20 dollari, le sigarette (io fumavo allora un pacchetto al giorno) costavano 1 dollaro al mese, la casa dei bambini che ospitava il mio figlio 1,5 dollari, la benzina 1-2,5 dollari secondo la quota, la rata del veicolo privato 7 dollari.
 
Dunque le necessità di una famiglia erano coperte da 35 dollari, ma c’era anche il salario della moglie – 26 dollari con cui potevi trascorrere il fine settimana o le ferie al mare, al lago, in montagna, in campagna, o potevi vestirti perché i prezzi erano un po’ quelli (un completo da uomo costava quasi 12 dollari, una camicia 1 dollaro, un paio di scarpe oscillava fra 2 e 4,5 dollari eccetera).
 
E mi ricordo che mi ero spostato in un appartamento nuovo, garantito dalla fabbrica, in cui pure se i rifinimenti non erano allo stesso livello di oggi, non ho dato nemmeno un leu nella bustarella per ottenerlo [faccio una mia annotazione relativa alla bustarella: oggi per avere un appartemento molti sono costretti ad allungare a dritta e a manca bustarelle gonfie di banconote]. E le macchine da noi erano tutte nuove, tutto era rinnovato o nuovo.

Queste affermazioni di Dan Rotariu le ho trovate qui:
http://www.gds.ro/Actualitate/2009-01-24/Majorarile+salariale+sub+semnul+intrebarii+
 
A giugno 2009 uscì questo sondaggio:

Berlino, 26 giugno 2009 - A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino la maggioranza dei tedeschi dell’est continua ad essere in preda alla ‘Ostalgià e rimpiange le condizioni di vita nella DDR. La clamorosa rivelazione emerge da un sondaggio Emnid commissionato dal governo tedesco, di cui il quotidiano ‘Berliner Zeitung’ rivela oggi i risultati.
 
Il 49 per cento degli intervistati è convinto che «la Ddr aveva più lati positivi che negativi. C’era qualche problema, ma si viveva bene». Un altro 8 per cento va ancora oltre ed afferma che «la Ddr aveva soprattutto aspetti positivi. Si viveva più felici e meglio di quanto si fa oggi nella Germania riunificata».
 
Il risultato del sondaggio allarma il ministro federale dei Trasporti, Wolfgang Tiefensee (Spd), con delega per la ricostruzione dei 5 laender tedesco-orientali, il quale annuncia iniziative di informazione soprattutto nelle scuole.

Il ministro dichiara al giornale che «non possiamo ridurre gli sforzi nel fare i conti con la storia della Ddr» e chiede che le scuole dedichino maggiore spazio allo studio della vita quotidiana nella Germania Est e agli eventi che il 9 novembre 1989 condussero al crollo del Muro di Berlino.

Tiefensee ha nel frattempo già inviato una circolare a tutti i ministri dell’Istruzione dei 16 laender tedeschi per adattare alle nuove necessità l’insegnamento della storia nelle scuole. Il ‘Berliner Zeitung’ sottolinea che il risultato del sondaggio è tanto più sorprendente in quanto dai precedenti sondaggi era emerso che, pur non amando troppo la Germania riunificata, i tedeschi dell’est non auspicavano tuttavia in maniera così massiccia una rinascita della Ddr, sognata solo da un «Ossi» su nove.
 
Dal sondaggio Emnid emerge anche che poco più di un terzo dei tedeschi dell’est (37%) ritiene che i cittadini siano in grado di esercitare un’influenza sul mondo politico. Di tutt’altro avviso sono invece i «Wessis», i tedeschi dell’ovest, il 78 per cento dei quali loda lo stato di diritto, con una percentuale di poco superiore al 50 per cento che crede nel potere di influenza dei cittadini sui politici. Il 52 per cento dei Wessis considera poi che la Ddr aveva più lati negativi che positivi.
 
fonte: quotidiano.net

E’ di qualche mese fa la pubblicazione di questo studio sulla mortalità nei paesi dell’Est dopo il passaggio all’economia di mercato e capitalista. La cosa interessante è l’approccio del ministro dell’SPD che, allarmato, ritiene lui di dover fare una corretta informazione nelle scuole per convincere (probabilmente) i figli che i padri conducevano una vita di merda (a proposito di egemonia culturale).

La domanda che ci sovviene è: ma riuscirà un barbone di Mosca a notare la differenza con il precedente regime ed a sorridere come un barbone di New York?

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