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Come le amministrative hanno alzato l’affluenza dei referendum

Le elezioni comunali hanno fatto salire l’affluenza ai referendum sulla giustizia, oltre che il numero di schede bianche e di No.

di Lorenzo Ruffino

Domenica 12 giugno si sono tenuti i cinque referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dal Partito Radicale. L’affluenza è stata pari al 21% e quindi il quorum non è stato raggiunto. Complessivamente è stato il referendum con la minore affluenza della nostra storia repubblicana, facendo peggio anche dei referendum sulla legge elettorale del 2009

Insieme ai referendum si è però votato anche in poco meno di mille comuni per le elezioni amministrative. Qual è quindi stato l’impatto di queste elezioni sull’affluenza ai referendum?

Per analizzarlo guarderemo la differenza di affluenza e di voti che c’è stata tra i comuni dove si votava solo per i referendum e quelli dove si votava anche per le comunali. Nella nostra analisi, però, non considereremo la Sicilia e il Friuli Venezia Giulia, in quanto le elezioni comunali sono gestite dalle regioni e non dal Ministero dell’Interno.

Prima di passare ai dati vanno ancora evidenziate due considerazioni. Intanto, la compresenza dei referendum e delle comunali è dettata dal caso, cosa che ci permette di assumere che i comuni coinvolti non fossero soggetti a qualche tipo di bias. Inoltre, se guardiamo le elezioni europee del 2019, vediamo che i comuni coinvolti votano come vota in media l’Italia, cioè sono rappresentativi delle tendenze politiche nazionali. 

Qual è stato l’effetto sull’affluenza

I comuni in cui si votava solo per i 5 referendum hanno avuto un’affluenza media del 15%, mentre in quelli dove si votava anche per le elezioni comunali l’affluenza ai referendum è stata del 51%. La compresenza delle elezioni comunali ha quindi più che triplicato l’affluenza per i quesiti sulla giustizia. 

L’effetto amministrative si vede in tutte le regioni e in particolar modo in quelle meridionali, che storicamente votano meno di quelle settentrionali ai referendum abrogativi. 

In media, nei comuni di Sud e Sardegna dove si votava solo per i referendum, l’affluenza è stata pari al 10,3%, mentre dove si votava anche per le elezioni comunali è stata del 58,7%, per un aumento del 469%. Nei comuni del Centro si è passati invece dal 14,7 al 50,8% (+246%), in quelli del Nord-Est dal 18,1 al 48,6% (+168%), e infine nel Nord-Ovest si è saliti dal 17,9 al 44,8%(+151%).

Possiamo quindi assumere che senza le elezioni comunali l’affluenza per i referendum sarebbe stata pari al 15% a livello nazionale (sempre escludendo Sicilia e Friuli Venezia Giulia) contro un dato reale del 20,6%. Le elezioni comunali hanno quindi portato al voto indicativamente 2,3 milioni di persone in più di quelle che si sarebbero avute senza la coincidenza tra referendum e comunali.

 

Qual è stato l’effetto sulle schede bianche

Non tutte le persone che sono andate a votare al referendum perché chiamate anche a votare per le comunali hanno però deciso di esprimersi sui cinque quesiti: c’è stato infatti un effetto anche sulle schede bianche. 

Complessivamente, infatti, il 6,3% delle schede dei referendum erano bianche (sempre escludendo Sicilia e Friuli Venezia Giulia), per una media di oltre 500 mila schede bianche a quesito. Tuttavia, differenziando in base al tipo di elezione, si vede che le schede bianche ai referendum erano il 2,1% dei votanti per i comuni dove c’era solo il referendum e il 13,2% per quelli dove c’erano anche le comunali.

A livello territoriale le differenze sono ancora più forti: nei comuni del Mezzogiorno dove si votava per solo il referendum le schede bianche erano il 2,3%, mentre dove si votava anche per le amministrative sono state il 20,1%. Nel Centro si passa dall’1,9 al 10,8%, nel Nord-Est dal 2,5 all’8,9% e nel Nord-Ovest dall’1,9 all’8,1%.

Quale è stato l’effetto sul risultato

Infine, possiamo vedere cosa è successo al risultato del referendum. Nelle regioni considerate, il primo quesito sulla Legge Severino ha preso complessivamente il 54,3% di Sì, ma nei comuni con solo il referendum questa percentuale sale al 56,1% e in quelli con anche le amministrative scende al 51,2%.

In questo caso la maggiore differenza si registra nel Nord-Ovest, dove i voti favorevoli sono stati il 58,4% nei comuni con solo il referendum e il 50,3% in quelli con anche le amministrative, per un calo del 13,8%. La minore differenza si è invece avuta nel Centro.

L’effetto si vede su tutti i quesiti: per la custodia cautelare si passa dal 58,5 al 52,7% di voti favorevoli, per quello sulla separazione delle carriere dal 77,8 al 68,9%, per quello sui membri laici nei Consigli giudiziari dal 76,1 al 66,3% e infine per quello riguardante le firme necessarie per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura dal 76,6 al 67,0%.

In conclusione, le elezioni amministrative hanno portato a un aumento dell’affluenza al referendum. Una parte di questi elettori ha però deciso di non esprimersi votando scheda bianca, e quelli che hanno votato erano meno favorevoli ai quesiti di chi invece è andato al seggio solo per i referendum.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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