• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Come l’acqua è diventata una questione politica

Come l’acqua è diventata una questione politica

Com'è cambiata la concezione dell' acqua dalle civiltà antiche ad oggi? E come si comporta oggi l' "idropolitica"?

L'acqua è, ed è sempre stata, risorsa essenziale, fondamentale per l'uomo, oltre che per gli altri esseri viventi.

La disponibilità idrica e la sua buona distribuzione, rappresentano dei fattori di crescita economica, demografica e anche sociale per ogni paese; al contrario, una disponibilità ridotta costituirebbe un fattore di penalizzazione non indifferente, in quanto oggi è diventata una risorsa limitata e una vera e propria questione politica.

Rispondendo alla prima domanda, si può dire che oggi l'acqua, intesa come risorsa, non è più concepita come "inesauribile ". Allo stesso tempo non viene ancora percepita la "limitatezza" di tale risorsa rispetto a cui bisognerebbe adeguare le proprie necessità. Infatti non può più essere considerata un bene da sfruttare, piuttosto come qualcosa da proteggere, attraverso il cambiamento degli utilizzi e dei consumi.

E' questo uno dei problemi più gravi che presenta la società di oggi rispetto a questo bene così fondamentale: l'acqua è considerata soltanto in funzione dei propri bisogni e non come elemento dell'ecosistema.

In realtà il problema della scarsità d'acqua non è sorto adesso; fino agli anni '60 la disponibilità era suffiiente per soddisfare i bisogni; è dagli anni '70 che si sono svilupati dei processi di tipo locale capaci di mettere a repentaglio l'equilibrio fra risorse disponibili e risorse necessarie. Queste alterazioni possono essere di tipo ambientale, culturale, sociale. Tant'è che la situazione che si è venuta a creare vede 80 paesi nel mondo e circa il 40% della popolazione ad affrontare problematiche per disporre di risorse idriche. Soprattutto nel Terzo Mondo la maggior parte delle malattie e delle morti è è dovuta alla carenza o al consumo di acqua molto inquinata. E' in queste regioni che assistiamo all'altissimo aumento di malattie quali malaria, dissenteria... e altre.

Secondo gli organismi di controllo internazionali si può parlare di insufficienza idrica quando la quantità disponibile pro capite è inferiore ai 1000 metri cubi annui.

E' poi ovvio che sono proprio gli stati più poveri ad esserne colpiti, perchè dipende dalla situazione istituzionale della regione stessa.

E' la scarsa disponibilità d'acqua che crea quei "conflitti ecologici" in presenza di scenari n cui la crescita della popolazione, unita all'innalzamento degli standard di vita porta a un aumento di utilizzi delle risorse, spingendo i governi a considerare l'accesso come una questione di sicurezza nazionale.

Ma l'acqua è da considerare un diritto umano o un bene sociale?

Il dibattito affonda le radici su due differenti concezioni di questa fondamentale risorsa: alcuni sostengono il diritto di libero accesso alle risorse idriche per tutti gli esseri umani; altri la associano all regole di mercatii per limitarne l'eccessivo utilizzo.

In realtà si pensa che, per quanto essenziale è l'acqua, sia giusto che tutti possono accedervi e quindi si pensa a non associarla a un valore prettamente economico. Nonostante questo l'etichettare un prezzo all'acuqa è un fenomeno in crescita, a causa di programmi di stati per la privatizzazione.

Per i sostenitori del diritto all'acqua, questo non dovrebbe essere in alcun modo vincolato dalle regole del mercato in quanto, appunto, si tratta di un bene troppo fondamentale per la vita, di cui l'individuo non sceglie di utilizzarne o meno.

Quanti invece sostengono il valore dell'acqua in quanto bene sociale, sentono la necessità di attribuirgli un valore in termini economici, per migliorarne la distribuzione.

Questi conflitti ideologici, in questa società, si potrebbero trasformare in veri e propri conflitti armati.

Ma perché numerosi governi hanno attuato la privatizzazione di un bene così necessario? Possono essere riassunti in cinque categorie: sociali (per la convinzione che la privatizzazione possa aiutare a soddisfare nuovi bisogni idrici), commerciali (secondo l'dea che l'apertura al mercato possa portare a risparmi), finanziari (convinzione che il mercato privato sia capace di mobilitare capitali in modo più efficiente), ideologici e programmatici.

Dalla fine del 2000 almeno 93 paesi hanno provveduto alla privatizzazione delle risorse idriche. 

E' scontato che la privatizzazione porti all'aumento dei prezzi, per questo molte persone non sono d'accordo. Il costo dell'acqua dipende da vari fattori. Spesso il consenso sugli sforzi di privatizzazione delle risorse idriche dipende dalle decisioni riguardanti la quantificazione delle tariffe.

Se la privatizzazione dell'acqua continuerà ad espandersi, imprese private e istituzioni dovrannno cercare di comprendere che diventerà essenziale fornire spiegazioni ragionevoli per ottenere il consenso pubblico.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares