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Colpo di scena sul caso Rachida Dati. Le Figaro rivela che…

Un articolo sul quotidiano francese Le Figaro del 13 gennaio mette in luce un particolare finora trascurato o ignorato dalle femministe che i nostri media definiscono “retrograde”.
Si tratta della questione “maternità” della Ministra della Giustizia francese Rachida Dati e cioè delle innumerevoli critiche, che il suo rientro al lavoro dopo solo cinque giorni dal parto, aveva sollevato.
In pratica il Movimento delle donne francesi ( cui si sono accodate anche alcune femministe di casa nostra) criticava la Dati per la fretta di riprendere il lavoro creando così un precedente che avrebbe potuto nuocere alle neo-mamme. Queste ultime infatti sono per la maggior parte ben contente di godersi per alcune settimane il proprio bambino senza dover pensare alla carriera.
 
Oggi però un colpo di scena. Le Figaro informa che alle donne-ministro non è concesso il diritto di godere del congedo di maternità. Tanto è vero che la Ministra per L’insegnamento Superiore, Valérie Précresse, ha avanzato la proposta che anche le donne politiche possano godere, come tutte le donne francesi, delle settimane post-partum. Ed è sempre notizia di oggi che l’UMP, il partito al governo, avrebbe accolto con favore la proposta.
 
“Le donne politiche hanno gli stessi diritti delle altre donne e, dunque, come ogni donna debbono potersi valere del congedo post-partum in piena libertà. Sta poi a loro approfittarne o meno” ha rincarato la porta-parola del UMP Dominique Paillé.
Naturalmente della querelle ha tratto vantaggio Ségoléne Royal, che ha subito attribuito al presidente Sarkozy e alle sue pressioni sulla ministra Dati, il rientro affrettato al lavoro.
 
Si tranquillizzino dunque anche le femministe di casa nostra che sul caso Rachida Dati si sono espresse con toni non proprio concilianti. Si sappia dunque che finora alle donne politiche di Francia non è concesso quello che invece è un diritto di tutte le comuni neo-mamme.

Mentre si spera che la proposta di estendere anche a loro questo diritto vada in porto.
 
 
 

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