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Colombia, fine gennaio 2018

 

Ancora Fischia il Vento-Francesco Cecchini

ELEZIONI PRESIDENZIALI. Lunedì 22 gennaio si è conclusa la registrazione delle coalizioni per le elezioni presidenziali. Vi sono due coalizioni che si confronteranno nelle urne per determinare chi sarà il presidente e il vicepresidente. La coalizione di destra dopo molte consultazioni ha riunito Marta Lucia Ramirez, Ivan Duque e Alejandro Ordoñez. Quest’ultimo è il più debole dei tre e ha l’opposizione dell’ex presidente Andres Pastrana. Questa coalizione spera di trarre benificio dall’area che ha votato NO all’accordo dell’Avana sulla pace e sulla sua attuazione. Quest’area però non è unita. La chiesa della Misión Carismática Internacional ha ritirato il suo sostegno al Centro Democratico per disaccordi sulla liste al parlamento ed è probabile che sostenga e la Germán Vargas Lleras, che aveva già appoggiato in passato.

La Coalizione di centrosinistra,Petro, Caicedo, Lopez, De la Calle e Fajardo, non è riuscita a concretizzare un’unita dopo diversi sforzi per ottenerla con l’obiettivo di preservare il processo di pace. Alla fine sono rimasti Caros Caceido e Gustavo Petro. Questa coalizione ha il suo grande elettorato principalmente sulla costa atlantica e a Bogotà. Non rappresenta solo un settore che è a favore della pace, ma anche una politica un’alternativa a quella delle tradizionali caste politiche dei precedenti governo. La sinistra è rappresntata dal nuovo partito Farc, il cui candidato è Rodrigo Londoño Echeverri, alias Timochenko, che nel secondo turno appoggerà l’eventuale candidato che sia a favore del processo di pace.

Comunque c’è il rischio reale è che i due candidati a presidente nel secondo turino siano di destra. GOVERNO COLOMBIANO ED ELN. L’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) si sta incontrando con il capo della squadra per la negoziazione della pace del governo colombiano, Gustavo Bell, per determinare la data in cui i dialoghi, assieme al cessate il fuoco bilaterale saranno riattivati, sospesi dal 10 di gennaio. Bell è stato inviato a Quito dal presidente Santos sotto pressione da molte prese di posizioni interne e internazionali, tra le quali l’ONU, per la ripresa dei colloqui di pace.

OMICIDI DI LEADER SOCIALI E DI DIFENSORI DI DIRITTI UMANI.

170 difensori dei diritti umani e rivendicatori di terre sono stati uccisi nel corso del 2017 in mezzo a un’impunità diffusa. Praticamente ogni due giorni un attivista sociale è caduto sotto i proiettili di sicari durante il 2017, principalmente nelle regioni di Cauca, Nariño e Antioquia. La situazione è talmente preoccupante all’inizio di questo 2018, che il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha appena allertato il Consiglio di sicurezza sulla situazione in queste aree della Colombia.

Il Consiglio di sicurezza stesso ha nel paese un distaccamento di consiglieri civili e militari per seguire la fine del conflitto. I responsabili sono principalmente neoparamilitari. L’eliminazione di questi omicidi nel 2018 dipende dall’eliminazione del paramilitarismo.

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