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Codice: Genesi un film riuscito a metà, i fratelli Hughes convincono poco

 

Albert e Allen Hughes ci hanno provato a schierare la star di Hollywood anche questa volta, quella che di solito salva i thriller un po’ commerciali. Se la storia però non è concepita alla perfezione si rischia di cadere nella noia e nella pesantezza. Questo succede con almeno metà di Codice: Genesi (The Book of Eli) che si riprende dalla seconda metà in poi, ma che prima è solo la copia di tanti film anni ottanta trash e, un tempo, cult.
 
Mi ha ricordato un po’ il Mad Max del giovanissimo Mel Gibson, miscelato al vecchio Carpenter di Fuga da New York l’inizio di questo film. Eli (Denzel Washington) che vaga per le lunge distese desertiche di un’America devastata dalla guerra atomica, in cui i libri non esistono più. Un eroe con lo spadone e gli occhiali da sole senza macchia e paura che caccia i gatti per sfamarsi (Bigazzi avrebbe di che gioire), ruba ai cadaveri e passa nelle città per ricaricare l’ipod.
 
In uno degli squallidi agglomerati urbani che si sono formati dopo la terza guerra mondiale ecco spuntare Carnegie (un Gary Oldman irriconoscibile) in cerca di questo libro che gli permetterà di racimolare adepti e corrompere anime, una sorta di diavolo dell’urbanistica convinto che la Bibbia, conosciuta da pochi ormai, possa dargli il potere sulle genti. Come dargli torto. Al peregrinare del “camminatore” Eli, si aggiunge Solara (Mila Kunis) ragazza maltrattata e tenuta in ostaggio da Carnegie come oggetto di piacere da offrire a viandanti utili al suo scopo.
 
Tagliando una buona prima ora del film si giunge ad una storia avvincente, ma ne deve passare di acqua, e sabbia sotto le suole prima di farsi prendere dalla trama. Si salva la fotografia di Don Burgess (Contact, Terminator 3) ma non redime tutto il resto. Il potere della Bibbia è grande, ma non fino a questo punto. Bello il finale, ma non ve lo racconto, diciamo che se arrivate tardi al cinema perchè non trovate parcheggio è una di quelle volte in cui potete anche non preoccuparvi.

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