Cimiteri, una strana concezione. "Who wants to live forever?"
"La gente, in Italia, nei cimiteri, ha quasi sempre un comportamento religioso, come se fosse a contatto con l’aldilà, e questo è normale, ma con un aldilà religioso e non con l’inferno, né con il paradiso, con una specie di purgatorio, un posto dove si parla sottovoce, non si sorride, non si piange, non ci si lamenta, si aspetta, pazienti, qualcosa, e cosa si aspetti, non si capisce". (Paolo Nori-"Pancetta").
Questa descrizione, nella sua breve ma intensa analisi, riflette sul comportamento che la gente, gli Italiani, hanno nei cimiteri. Perchè la visione della morte si riduce ad una totale riduzione cadaverica? Perchè si portano dei fiori a della polvere piena di vermi? Perchè l’assenza delle persone care non va trasformata in una profonda riflessione, che può portare, talvolta, a capire che in fondo, i morti sono nell’aria, nel fuoco, nel mare e nella terra?
Sapete quanto costa un loculo?
Intorno ai 3000 euro!
Come si possono spendere dei soldi per ficcarsi in un buco di mattoni, quando la terra potrebbe offrirti nei suoi più svariati luoghi naturali una dimora eterna?
Tutto questo teatro della morte, ha causato la "finefobia" di cui siamo malati gli occidentali, soprattutto quelli che godono di un certo benessere. La morte è una tappa funzionale allo svolgimento delle cosa, ogni ente nasce, si sviluppa, e muore, l’alternarsi dello yin e dello yang è una cosa eterna, necessaria. L’immortalità sarebbe la dannazione più grande per l’uomo.
Come apprezzare, l’amore, l’amicizia, la vita stessa, se tutto ciò fosse per sempre?
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