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Semantica della "libera informazione"

La semantica è la "scienza del significato". Utlizzare il termine scienza farà arrabbiare Piergiorgio Odifreddi che nell’ultimi numero di L’Ateo si scaglia contro coloro che questa scienza la deturpano prendendo di mira letterati e filosofi. Ne voglia o meno il matematico, la semantica è una scienza complessa ed articolata con una storia ramificata (almeno) tra strutturalismo, innatismo, cognitivismo e comportamentismo. Si può avere una semantica di lingue naturali o artificiali, di espressioni non verbali e di altri sistemi comunicativi semplici o meno. Quella che propongo qui è una semantica, in senso volgare, del sistema in cui siamo inseriti come fruitori di notizie, "la libera informazione".
 
Nonostante delle credenziali decenti, l’articolo che leggete lo scrivo per una testata giornalistica "minore", definita partecipativa. Il Sole24 ore o il Corriere della Sera, difficilmente prenderebbero in considerazione qualcosa del genere per la pubblicazione.
 
Il giornalismo lo fanno i giornalisti, così come al macello stanno i macellatori. Rimane il dubbio, ormai consolidato che questo sistema di categorizzazione abbia definitivamente fallito e che, menti pensanti, le informazioni se le cerchino in modi alternativi a telegiornali e testate ufficiali.
 
Le statistiche di lettura di AgoraVox sono impressionanti, davvero. La pluralità di punti di vista sembra oggi essere molto più ricercata di questa o quella firma autorevole (e che cosa renda autorevoli, ce lo chiediamo unn po’ tutti).
 
Il "significato" delle informazioni gode di una strana natura. La stessa identica notizia, riportata da varie testate vanta una trasformazione che se non fosse per un nucleo semantico invariato, stenteremmo a riconoscere come identica. Il problema della traduzione in una stessa lingua non è meno complesso che quello tra lingue diverse e, nello specifico, la "parafrasi" sembra essere uno sport molto praticato dai giornalisti italiani. "Condannato" viene sostituito con "imputato", "Mafioso" con "Sospettato", "Puttaniere" con "Premier ironico" e tutto si disfa in una rete di denotazioni che perdono la natura stessa delle proprie referenze.
 
Interroghiamoci un attimo sul senso profondo di comprare giornali come Libero o il Giornale costantemente riproducono fatti trasformandoli in opinioni non suffragate da prove empiriche. Recentemente si è scoperta l’illegalità di Fini che fino a quando è stato dedito allo sport nazione, "leccaculismo" del premier, era un santo mentre adesso è un farabutto. Non solo, se anche fosse vera la storia del cognato, Fini non sarebbe paragnabile neanche lontanamente a Berlusconi per illegalità, eppure le sconsiderate porcherie del nostro presidente rimangono impunite grazie a lodi e compagnie inquietanti.
 
Quel poco che rimane di "libero" nella informazione è stato massacrato da una legge che rende dubbia persino su questo giornale la pubblicazione di questo innocuo articolo, relegando blog e libertari alla rettifica di scomode ma vere notizie.
 
Se i semanticisti perdessero il loro tempo analizzando l’informazione italiana probabilmente il dato che ne emergerebbe è che la maggior parte dei votanti è incolta ed ignorante, e che l’informazione dominante lavora fortificando questo dato impressionante.
 
Lancio da qui, una proposta che mai verrà raccolta. Un test, breve e a risposta multipla da fare per poter votare. Argomento: conoscenza della politica italiana ed internazionale. Come si fa a votare senza conoscere l’oggetto verso cui tende la propria azione?
 
Se i governanti di turno sono tanto convinti del valore delle loro gesta, perché non provano a conoscere cosa la gente istruita pensa di loro? Ripeto, un piccolo test, non di cultura generale, ma di politica verso chi un voto, a questa politica, lo sta dando.
 
Platone, pover’uomo, lo sapeva già lui che il bene, a chi non sa cos’è bisogna darlo senza dargli la possibilità d’interrogarsi su cosa sia questo stesso bene.
Se si è convinti del proprio diritto di voto e della propria preparazione politica che paura c’è?
 
Andiamo a fare questo test tutti insieme, e vediamo come cambierebbe l’inquietante scenario politico dell’Italia ...

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