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Cile: incendi fuori controllo

Seguendo le notizie che ci arrivano dal Cile abbiamo chiesto al nostro amico Josè Molina che si trova sul luogo del disastro di raccontarci cosa sta succedendo realmente nel paese sud americano che è molto legato all’Italia per informare i nostri lettori. Milad Jubran Basir

(Foto di https://www.publicdomainpictures.net/it)

Tutto il Cile piange i morti del grande incendio nella zona centrale del paese.

Il presidente Gabriel Boric ha dichiarato 2 giorni di lutto nazionale per le numerose vittime del disastro: fino ad oggi si contano oltre un centinaio di persone decedute. Ma questo triste computo è destinato a salire dal momento che più di 300 sono gli scomparsi.

Definita la peggiore catastrofe dal terremoto del 2010, per la popolazione cilena della Regione di Valparaiso l’evento si è tradotto in un vero e proprio inferno, con migliaia di abitazioni incendiate, industrie, scuole e infrastrutture distrutte e intere foreste divorate dal fuoco.

Da Vina del Mar a Valparaiso, zone turistiche e snodo importante di merci con Valparaiso grande porto della Regione, è stata devastata l’intera costa centrale sul Pacifico in piena stagione balneare.

I roghi, partiti sicuramene da Vina, a causa dei forti venti, hanno rapidamente avvolto tutte le cittadine vicine e le foreste: gli inneschi, tre partiti contemporaneamente, fanno presupporre il dolo e in molti indicano i “mandanti” nella grande speculazione immobiliare.

L’estrema siccità, conseguenza del cambiamento climatico che ha fatto registrare in questa parte del Cono Sud alte temperature, mancanza di piogge o precipitazioni estreme e venti forti, ha favorito l’espandersi di questi incendi disatrosi, che hanno cancellato grandi aree forestali e provocato lutti per la popolazione oltre che la perdita di ogni bene. Tanti sono gli sfollati.

La magistratura cilena ha aperto diverse indagini per fare chiarezza e perseguire non solo i colpevoli materiali degli incendi ma soprattutto i mandanti e per questo sotto accusa oggi sono alcune imprese legate alle attività immobiliari ed edilizie, in mano ad aree della destra cilena in connivenza con la delinquenza organizzata.

La popolazione vive ore di grande tensione e angoscia anche nelle zone in cui il fenomeno sembra sventato: tutti controllano da dove si alzano le colonne di fumo e temono l’apparire delle fiamme che in alcuni casi hanno raggiunto i 50 metri di altezza.

E come sempre numerosi sono i comitati di solidarietà che sono nati spontaneamente per dare aiuto agli sfollati con raccolte di generi di prima necessità e per la distribuzione di pasti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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