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Che senso ha mostrare le foto di un giovane di 21 anni mentre muore?

Che senso ha mostrare le foto di un giovane di 21 anni mentre muore?

Almeno Il Sole24ore ed IlMessaggero hanno dato la notizia in modo sobrio e corretto.

LaStampa, prima di proporre i tristi fotogrammi, ha avuto l’accortenza di avvisare i suoi lettori. Il Mattino, più audace, ha provato addirittura a pubblicare il video-choc, ma noto che è già stato rimosso da Youtube. Il Corriere e La Repubblica invece no, hanno propinato la fotosequenza della morte di un giovane georgiano alle Olimpiadi Invernali, tra Megan Fox in lingerie e il Milan che rischia ma batte l’Udinese 3 a 2, come se niente fosse.

Che schifo.
 
Ogni tanto dovremmo proporre uno sciopero del click.
Non dovremmo più linkare queste testate online.
Non dovremmo più comprare i prodotti che pubblicizzano.

Ecco, questo è il lato di Internet che odio. Il web ha sicuramente ridimensionato il potere della disinformazione, ha semplificato il modo per arrivare alle fonti, ha migliorato il modo di comunicare le informazioni: ma è anche vero che il web ha monopolizzato le sensazioni, ed ha imbarbarito le nostre emozioni.

E questo disonorevole monopolio è sempre più evidente: è quella sottile linea che congiunge Saw l’Enigmista, Avatar e Paranormal Activity. E poi il Tronista che arrossice ad Uomini e Donne, Micheal del GF che urla nel Confessionale, Pato che segna un gol al 92°. E poi Saddam Hussein mentre viene impiccato, Bacioterracino mentre viene ucciso nel rione Sanità, i Talebani mentre decapitano i prigionieri in Afghanistan.
 
Non c’è più differenza tra Cinema, Tv e Realtà.
Non c’è più un limite al senso del pudore.

Clicca QUI.
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Clicca QUI.
 
Divoriamo video e foto come caramelle. E poi, guarda caso, c’è sempre quella parolina di quattro lettere che mi fa venire la nausea.

CHOC.
Foto-choc. Video-choc.

La parola CHOC è lo specchietto per le allodole: è scritta spesso di rosso, sottolineata e lampeggiante con colori convincenti e sgargianti.

La mia sensazione è che questo maledetto delirio "choccante" del web, possa paralizzare l’informazione nella sua ricerca di limpidezza. Lo scopo di Internet dovrebbe essere "pulire" la realtà, ma la spettacolarizzazione non la pulisce anzi, sovverte la realtà, la rende meno cruda: il sangue sembra pomodoro, morire sembra quasi dormire, e per uccidere basta poco. E’ tutto semplice, è tutto più facile. Tutto più immediato.

Ma se questo è il prezzo da pagare per avere un’informazione poco libera e molto gratis, altro che micropagamenti, io proporrei che le testate online si facessero pagare le stesse cifre dei loro rispettivi quotidiani cartacei, quelli che giacciono ogni giorno accatastati in cumuli per la raccolta differenziata fuori all’edicole.

Sai che bello vederli fare la stessa fine.
L’ennesima fine choccante.

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