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Cesare Battisti: la ricerca della verità dovrebbe prevalere su tutto

Sono ormai diversi anni che si parla di Cesare Battisti, ex terrorista dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo), uno dei tanti movimenti della Sinistra extraparlamentare attivi nella seconda metà degli anni '70. Non voglio certo giustificare le gesta e le scelte di Cesare Battisti, ma puntualizzare alcune cose importanti che la stampa nostrana trascura.
Battisti, delinquente comune conosce in carcere Arrigo Cavallina, l'ideologo e fondatore dei PAC all'inizio degli anni '70. Tra il 1978 e il 1979, secondo la magistratura italiana avrebbe commesso quattro omicidi ed è quindi stato condannato all'ergastolo in contumacia, ovvero senza aver mai avuto la possibilità di difendersi.
 
Andiamo ora ad analizzare questi capi di imputazione per i quali Cesare Battisti si è sempre professato innocente:
- delitto Torregiani: condannato non come esecutore materiale dell'omicidio, ma unicamente come organizzatore dell'agguato. Il figlio della vittima fu ferito da un proiettile sparato a casaccio dal padre e non da Battisti;
- delitto Sabbatin: accusato inizialmente dal pentito (e fra i fondatori dei PAC) Pietro Mutti, la versione di quest'ultimo venne poi smentita dalla confessione del militante dei PAC, Diego Giacomin che dichiarò di essere stato l'autore materiale dell'omicidio del macellaio;
- delitto Santoro: accusato ancora una volta da Mutti, che però poi ritrattò dichiarandosi l'unico esecutore dell'omicidio del maresciallo;
- delitto Campagna: Giuseppe Memeo ha dichiarato di esserne stato l'unico autore. Anche in questo caso Mutti però non perde l'occasione di accusare Battisti indicandolo come coautore del delitto.
 
La cosa poi singolare di questa travagliata vicenda giudiziaria è che l'unico membro dei PAC ad essere stato condannato all'ergastolo è stato Cesare Battisti, mentre gli altri sono stati condannati a pene di grado diverso e perfino Mutti è ormai libero da anni. Ora è vero che Battisti è latitante dal 1981 e che sicuramente ha delle responsabilità precise nei delitti di cui sopra perché vi era comunque presente.
Sarebbe però da capire se questa sua volontà dall'esimersi di apparire davanti alle autorità giudiziarie italiane è dovuta al fatto di esserne stato effettivamente l'autore materiale o se invece le motivazioni sono di altra natura.
Anche perché si sa che la magistratura italiana spesso e volentieri ha condannato pesantemente persone di cui poi in una fase successiva è stata accertata l'estraneità ai fatti a loro imputati.
E' forse questa mancanza di fiducia nell'ordinamento giudiziario del nostro paese che ha spinto Battisti a fare la scelta della latitanza?
Forse non ci sarà mai una risposta a questa domanda, ma ciò che è certo è che se ci fosse si potrebbero capire i tanti perché ancora irrisolti legati ai tragici fatti di cui Battisti fu comunque partecipe e per cui andrebbe condannato in ogni caso.
 
Secondo i fatti effettivamente appurati e non solo su basi puramente indiziarie come troppo spesso accade nel nostro paese, specie quando gli imputati non sono personaggi influenti.
E' ovvio poi che il tam tam mediatico intorno a tale vicenda serve unicamente alle nostre istituzioni per cercare di ritrovare una credibilità ormai largamente compromessa in ambito giudiziario e al PD per ritrovare un certo slancio in vista della prossima campagna elettorale.
La ricerca della verità però dovrebbe prevalere su queste strategie di parte quantomeno discutibili!
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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