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Caso Formigoni: dov’è andata a finire l’etica?

Il consulente-faccenderie Pierangelo Daccò, in carcere dallo scorso 15 novembre per la vicenda dell’Ospedale San Raffaele e più di un mese fa raggiunto da un altro provvedimento d’arresto per l’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, avrebbe pagato, per anni, tutte le vacanze del governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

Ha detto Daccò, secondo quanto rivelato dal quotidiano “Repubblica”, nel corso di un interrogatorio al quale è stato sottoposto nel carcere di Opera sabato scorso: “Il presidente è stato mio ospite per tre capodanni ai Caraibi, non mi ha restituito nulla...”.

Formigoni ha replicato: “Se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò”.

“Si va in vacanza con un gruppo ampio, uno paga una cosa, uno paga un’altra e alla fine si conguaglia - ha aggiunto Formigoni - ma non è stato sperperato neppure un euro di denaro pubblico e non c'è nessuna indagine a carico di Regione Lombardia”. 

Il tipico politico italiano: ha ridotto il tutto in una semplice contabilità fiscale.

E l’etica dov’è andata a finire?

Perché non presenta le fatture, le ricevute e quant’altro dei viaggi esotici cui ha partecipato?

Perché Daccò avrebbe dovuto pagare queste vacanze senza chiederne un tornaconto personale?

Formigoni ha mantenuto per tanto tempo rapporti con un accusato di frode nell'ambito dei rapporti tra un Ente pubblico e la regione; questo lo espone quantomeno all’accusa di superficialità, omessa sorveglianza e compiacenza nei confronti di una persona su cui caricano pesanti imputazioni.

Ad maiora... semper!

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