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 Home page > Tribuna Libera > Care, preziose e, perchè no, romantiche gelatine

Care, preziose e, perchè no, romantiche gelatine

Stamani, mentre mi accingevo a ordinare il caffè, la mia attenzione è stata catturata da un cubetto di plastica un po’ spessa e trasparente, esposto nella vetrina del bar, con la proposta “Mirtilli, gelatine alla frutta – Blueberries” corredata di carinissima chiosa reclamistica a seguire “Piccole delizie del bosco dal morbido sapore squisito, tenui ricordi mai spenti sotto soleggiati cieli d’infanzia”.

Non tanto sotto lo stimolo di personale golosità, quanto animato dal pensiero di farne eventualmente dono ai nipotini, ho acquistato d’istinto l’articolo.

Soffermandomi a osservare la piccola confezione, sono poi venuto a sapere che esiste, sin dal 1857, un’antica, merita proprio dirlo, industria dolciaria torinese, specializzata nella produzione di caramelle, praline, pasticche dolci e aromatizzate ai vari estratti di frutta.

Dunque, oltre un secolo e mezzo d’operatività, andatasi materializzando sottoforma, giustappunto, di bustine e scatoline dal contenuto gustoso e prelibato.

Ed è bello e, in certo senso, anche confortante, poter constatare come alcune cose modeste e comuni, in fondo di poco conto, veleggino oltre il tempo, resistano, quasi che il passato si prendesse, in silenzio, una rivalsa sui tempi nuovi, sulla modernità, sui costumi e consumi rivoluzionari e travolgenti dell’oggi.

Almeno nella circostanza, in omaggio a una sana e semplice tradizione intinta di buono, finisce, dunque, in secondo piano il particolare che 190 grammi netti di gelatine al mirtillo hanno colonnato, alla cassa, 7 euro, 36,84 euro, ossia 71.342 cessate lire, al chilogrammo.

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