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Canada: i Liberali dicono no alla coalizione con i Socialdemocratici


Stephane Dion, LP     Jack Layton, NDP

Il poco popolare leader liberale Stephane Dion ha oggi respinto al mittente l’offerta del carismatico leader del New Democratic Party (Partito Socialdemocratico), Jack Layton, a formare un governo di coalizione per la prossima legislatura, offerta che gli era stata prospettata 24 ore prima, "pur di evitare un altro governo [del conservatore] Harper".

“We cannot have a coalition with a party that has a platform that would be damaging for the economy. Period,” ("Non possiamo costruire una coalizione di governo con un partito la cui piattaforma programmatica arrecherebbe un danno all’economia nazionale, punto.") ha dichiarato Dion, soffermandosi sul fatto che l’NDP avoca un aumento delle tasse sul capitale.


Le coalizioni di governo a livello nazionale non sono un elemento comune della politica canadese, che da sempre va avanti con governi monocolori, di recente anche di minoranza. Solo in questa luce si può comprendere l’aggiunta sarcastica di Dion: “Mr. Layton already has a coalition, I understand. He has a coalition with the nudist party [and] a coalition with the marijuana party,” ("A quanto capisco Layton è già parte di una coalizione, ne ha una con il Partito Nudista e una con il Partito della Marjuana") riferendosi ai due recenti scandali che hanno coinvolto deputati dell’NDP che hanno ammesso di consumare regolarmente marjuana.

Il Liberal Party è accreditato del 27% dei voti, l’NDP del 18%, il Conservative Party del 38%, i Greens al 10% e il Partito Quebecchese al 7%. Le elezioni anticipate si terranno il 14 ottobre.

Stando alla piattaforma economica, rimangono invece degli spiragli per un governo di coalizione tra Liberali e Verdi, ma in mancanza di un accordo precedente alle elezioni, il maggioritario a turno unico porterà a un governo Conservatore, forse con una piccola maggioranza, oppure a un secondo governo Harper di minoranza.

***
Negli USA invece, alcuni analisti cominciano a prospettare (sulla stampa britannica) la possibilità di un pareggio in termini di grandi elettori. Un caso di scuola, che vedrebbe come possibili presidenti ad interim il presidente del Senato e, in caso di pareggio al Senato, il presidente della Camera, Nancy Pelosi.

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