• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Campania, fronte rifiuti: nuovo decreto legge tra vecchie ombre

Campania, fronte rifiuti: nuovo decreto legge tra vecchie ombre

Siamo nel 2011 la Gazzetta pubblica la nuova Legge in materia rifiuti a Napoli. Conversione in legge, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196. (11G0015). "Al fine di garantire la realizzazione urgente dei siti da destinare a discarica, nonché ad impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, per la durata massima di dodici mesi, si autorizza la nomina di commissari straordinari''. Le cave possono essere di tipo abbandonate o dismesse con priorità per quelle di patrimonio pubblico. "In deroga alle disposizioni relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA) i commissari straordinari procedono alla convocazione della conferenza di servizi, che è tenuta a rilasciare il proprio parere entro e non oltre quindici giorni dalla convocazione. In quindici giorni basta fare una valutazione di impatto ambientale? Infatti se non pervengono entro quindici giorni, la legge precisa. Qualora il parere non intervenga nei termini previsti, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, si esprime in ordine al rilascio della VIA entro i sette giorni successivi.'' praticamente si rilasceranno una valutazione di impatto ambientale da soli. "2-bis. Al fine di garantire la realizzazione urgente di impianti nella regione Campania destinati al recupero, alla produzione e alla fornitura di energia mediante trattamenti termici di rifiuti, fermi le procedure amministrative e gli atti già posti in essere, i commissari straordinari provvedono, in via di somma urgenza, ad individuare le aree occorrenti assumendo tutte le necessarie ulteriori determinazioni anche ai fini dell'acquisizione della disponibilità delle aree medesime e... "7-bis. Nella permanenza di condizioni di criticità il Presidente della regione Campania provvede, con una o più ordinanze, anche in deroga a quanto previsto dall'articolo 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, all'apprestamento delle misure occorrenti a garantire la gestione ottimale dei rifiuti e dei relativi conferimenti per ambiti territoriali sovraprovinciali".

Art. 2. - "A decorrere dal 27 novembre 2010, le funzioni del consorzio unico di cui al precedente periodo sono esercitate separatamente, su base provinciale, in termini funzionali al corretto ciclo di gestione dei rifiuti, secondo le disposizioni dei relativi Piani di gestione adottati in ambito regionale e provinciale. "2-bis. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è ridotto del 50 per cento, per le imprese registrate ai sensi del regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009 (Emas), e del 40 per cento, per quelle in possesso della certificazione ambientale ai sensi della norma UNI EN ISO 14001, l'importo delle garanzie finanziarie. Claudio De Biasio è stato arrestato. Nell’ordinanza: «Negli anni ha dimostrato una personalità criminale allarmante. Sconcerta che un personaggio così colpito da iniziative giudiziarie riesca ancora a trovare credito nella pubblica amministrazione con la copertura di incarichi fiduciari, e non certo per concorso pubblico». De Biasio, infatti, continuava a lavorare al Consorzio Unico ed era commissario liquidatore al commissariato acque della regione Campania. Nel 2005 Claudio De Biasio entra al commissariato di governo per l’emergenza rifiuti, nel 2007 nonostante l’indagine a suo carico, diventa numero due della struttura, nominato da Guido Bertolaso. De Biasio, ha amici influenti che lo coprono, parliamo di alte cariche dello Stato. Pochi giorni dopo la nomina al vertice del commissariato viene arrestato per la gestione del consorzio Ce4, quello degli affari tra camorra e colletti bianchi, poi assolto per reato prescritto, insieme con i fratelli Orsi: Michele Orsi ucciso dalla camorra, Sergio Orsi condannato per collusioni. La Camera convoca i magistrati per capire come mai De Blasio, personaggio ritenuto così criminale, potesse essere stato nominato. Forse la Camera doveva chiederlo ai suoi capigruppo, ai ministri che gestiscono compiti e nomine, e non solo ai magistrati.

Raffaele Cantone, allora pm presso la distrettuale antimafia napoletana, racconta: « Le indagini si fermano al 2004, quindi, alla struttura commissariale che passa dalla gestione Facchi alla gestione Catenacci, indagato nello scandalo depuratori. E’ sicuramente provata tutta una serie di rapporti fra gli imprenditori Orsi e la gestione Facchi, ma è purtroppo provata anche una serie di rapporti fra gli Orsi e la gestione Catenacci ». Come prova, una telefonata tra Orsi ed Ernesto Raio, allora capo di gabinetto di Catenacci. Gli Orsi vogliono entrare nella struttura commissariale attraverso De Biasio. Nella telefonata si esprimono con una frase inequivocabile: l’imprenditore indica la necessità di inserire “uno dei nostri” al commissariato. I controllati scelgono il controllore. Nel 2005, dopo l’uscita dal consorzio Ce4, gli Orsi sono pronti con un’altra impresa la Gmc. Sullo sfondo il ruolo di Impregeco, il super consorzio raggiunto da interdittiva antimafia, che teneva insieme i consorzi casertani e quelli napoletani, la cui vicenda entra a pieno titolo nella richiesta di rinvio a giudizio a carico di Nicola Cosentino. Nella Impregeco gli uomini di Cosentino, definito pericoloso per la società dai giudici. Maria Cristina Ribera, magistrato, dichiara durante una audizione: “Nella mia esperienza, ho potuto constatare che la gestione illegale dei rifiuti, in maniera organizzata e sistematica, ha coinvolto il consorzio Milano Pulita Ambiente, la società Nuova Esa di Marcon veneto, il consorzio Tev di Massarosa Toscana, l’ecoindustria che gestiva rifiuti pericolosissimi in un territorio con vincoli paesaggistici e non aveva neanche il piano di sicurezza in Toscana, Agroter di Pesaro(…) il fenomeno è talmente diffuso che credo sia esteso a livello nazionale”. Era l'aprile 2007. «Di sicuro questa vicenda getta ombre pesanti sulla gestione commissariale dei rifiuti in Campania». È il commento di Tommaso Sodano, presidente della commissione ambiente del Senato, all'arresto di De Blasio, con l'accusa di truffa aggravata

La contaminazione della regione Campania, ma precisiamo che tutta Italia è contaminata grazie allo stesso sistema mafioso, è il risultato di pratiche non corrette di smaltimento dei rifiuti permesse dalla concessione di contratti di subappalto irregolari a consorzi privati, mancanza di una legge varata ma mai inserita nel codice penale. Varata dal governo Prodi nel 2007, pochi giorni prima la sua caduta. Siamo nel 1989, quando alcuni politici italiani del partito liberale, membri della massoneria, si incontrano con alcuni capi del clan dei Casalesi, a Villaricca, Caserta. Andavano definiti i diversi ruoli e compensi per lo smaltimento dei rifiuti. Gli industriali del nord volevano disfarsi dei rifiuti pericolosi a costi minori rispetto a quelli di mercato ed il clan dei camorristi avrebbe offerto questi servizi attraverso una propria compagnia di trasporto, autorizzata dall'assessore regionale all'ambiente, Raffaele Perrone Capano, del partito liberale. Imprenditori importanti, sia dentro Confindustria sia dentro Federmeccanica.

Il sistema usato è semplicissimo e molto attuale: i rifiuti inviati in Campania transitano verso vari siti di stoccaggio e smaltimento, per poi essere sotterrati o scaricati sui terreni o nei corsi d'acqua. Gli uomini scelti con cura dal sodalizio criminale falsificano le carte, facendo risultare tutto a norma. Sono gli uomini delle istituzioni al servizio dello Stato e del quale Stato si servono per uccidere e lucrare. Nel febbraio 1993 veniva approvato il primo Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti per ridurre l'uso di discariche pubbliche in Campania del 50%. Boicottato. Nel 1994, viene dichiarato lo Stato d'Emergenza. Il governo nomina il Prefetto di Napoli, Umberto Improta, primo “Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti”. Nel 1996, il compito di risolvere la crisi viene assegnato a Rastrelli, allora Presidente della Regione. Nel febbraio 1997viene approvato il Decreto Ronchi (n°22) che incorporava i regolamenti europei sullo smaltimento dei rifiuti nella legge italiana. Il Decreto dava priorità all'implementazione di politiche di prevenzione dello smaltimento di rifiuti, seguite da misure per la raccolta dei rifiuti, il riciclo, il riuso e la combustione, ma provvedeva anche a limitare lo smaltimento dei rifiuti per prevenire i rischi di contaminazione sia ambientali che per la salute. Veniva istituito anche l'obbligo per le imprese produttrici e per gli smaltitori di rifiuti di identificare e registrare il trasporto fornendo dichiarazioni ambientali, pioniere del Sistri. Il piano viene boicottato. È il turno di FIBE ed Ecoballe.

Il 31 marzo 1998 il Ministro degli Interni Giorgio Napolitano promuove un piano per modernizzare le pratiche regionali dello smaltimento dei rifiuti. Viene introdotta la raccolta differenziata. Vennero dati quattro mesi al Commissario Rastrelli per indire un bando di gara per un piano decennale per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Il bando includeva la costruzione di sette impianti CDR e due termovalorizzatori. Con il Decreto n°16 del 22 aprile 1999 la FIBE si aggiudicò l'offerta per la gestione di Napoli. La FIBE era una ATI (Associazione Temporanea tra Imprese) composta così: Fisia Italimpianti Spa, Babcock Kommunal Gmbh, Deutsche Babcock Anlagen Gmbh, Evo Oberhausen AG ed Impregilo Spa. Il 20 marzo 2000, con il Commissario decide definitivamente di incaricare la FIBE dello smaltimento dei rifiuti urbani dell'intera regione Campania. FIBE, oggi si hanno le prove, ha avuto l'autorità esclusiva per la selezione dei siti di costruzione delle infrastrutture, indipendentemente dalle amministrazioni pubbliche. Questo ha portato ad attività speculative nell'affitto della terra da parte della Camorra, così come grandi impatti ambientali e sulla salute. I requisiti per la Valutazione d'Impatto Ambientale sono state derogate dal Commissario grazie all'uso dei suoi poteri straordinari garantiti dallo Stato d'Emergenza. I governi succedutisi hanno autorizzato l'ingresso della camorra locale, nello Stato; hanno autorizzato si spendessero i soldi pubblici per pagare le mazzette ai casalesi, hanno autorizzato l'avvelenamento dei territori: lo Stato è stato il mandante di centinaia di migliaia di morti direttamente riconducibili all'inquinamento delle terre, dei cieli e delle acque. E di quelli che verranno. I sequestri giudiziari hanno evidenziato che le infrastrutture non erano in grado di separare i vari tipi di rifiuti e che non era possibile bruciare il CDR. In queste ecoballe sono state trovate percentuali di arsenico, superiori a quelle consentite dalla legge, ed anche oggetti interi (ad esempio ruote e cerchioni con la struttura ancora intatta).

La principale inchiesta giudiziaria, conosciuta come “Operazione Rompiballe”, è stata portata avanti nel 2002 dai Magistrati Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo dopo la pubblica condanna del Senatore di Rifondazione Comunista Tommaso Sodano. Nel 2002 vengono commissionati 7 impianti di compostaggio dall'allora Commissario di governo all'emergenza rifiuti e mai ritirati, aspettiamo ancora oggi, nel 2011, questi preziosi impianti. I siti di produzione CDR messi preventivamente sotto sequestro il 12 maggio 2004 con una decisione della Corte di Napoli, ma la gestione di questi siti fu ridata alla FIBE – Impregilo. La FIBE ha continuato, così, le sue pratiche criminali con il consenso di tutto il governo. Il 26 gennaio 2006 una legge ha riconosciuto la responsabilità della FIBE – Impregilo per la crisi dei rifiuti, specificando che la compagnia avrebbe dovuto continuare a gestire gli impianti di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti finché non fosse stato scelto un altro consorzio. Nel 2007 i magistrati napoletani hanno sequestrato un totale di 750 milioni di euro, patrimonio della Impregilo, imponendo all’impresa un anno di interdizione da qualsiasi impiego pubblico concernente la gestione dei rifiuti. Tre magistrati hanno affermato che a causa dell'inadeguatezza o della mancanza degli impianti di trasformazione CDR, il ciclo dei rifiuti, così com'era stato concepito nel , non avrebbe mai potuto funzionare. Impregilo ha realizzato in siti differenti rispetto a quelli progettati, le ecoballe erano irregolari e le analisi qualitative venivano falsificate. L'8 agosto 2007, la Corte ha ordinato la confisca di nove siti in cui 9 milioni di tonnellate di ecoballe campane di bassa qualità erano state immagazzinate. Nel 2008 altra emergenza rifiuti. Il governo emana il Decreto 90, la meno rispettosa dei diritti ambientali e umani.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares