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Calcioscommesse: coinvolti calciatori e allenatori

I giuda del calcio. 

Genera soffi di disappunto e di biasimo lo scandalo, purtroppo l’ennesimo, or ora affiorato nel mondo del calcio.

Ancora una volta, secondo le risultanze e le prime conclusioni delle indagini giudiziarie, beninteso da comprovarsi, un manipolo di mele marce, con divisa da professionisti anche di spicco, sarebbe stato allettato, confuso, istigato e sospinto, con le buone o con le cattive, verso il baratro della disonestà e dell’illecito, ad opera di loschi figuri, spregiudicati e interessati, appostati e brucanti ai margini del lautissimo pascolo dei campionati pedatori.

Come effetto, una serie di probabili, se non verosimili e reali, alterazioni, sovvertimenti e stravolgimenti nell’andamento e nell’esito di svariati incontri e delle correlate classifiche.

Di nuovo un capitolo di vistosi “tradimenti” verso l’etica del mestiere e la correttezza in genere, che non può lasciare indifferenti: attenzione, però, si darebbe prova di scarso realismo, dimostrando anzi di risiedere su un pianeta lontano, ove l’accaduto dovesse suscitare anche meraviglia.

Per fortuna, va innanzitutto chiarito che, relativamente a ieri come pure rispetto a oggi, non è il caso di generalizzare; al contrario, la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori del settore è fatta di soggetti per bene, i quali integrano, insieme, appropriate qualità personali e elevati standard atletici.

Tuttavia, può capitare in ogni ambiente, allignano però taluni che, sebbene dotati di capacità tecniche magari eccelse, sono “poveri”, lasciano a desiderare, dal punto di vista di soggetti fisici, più precisamente in fatto di equilibrio civico, senso della misura, consapevolezza e deferenza nei confronti del valore del denaro e della ricchezza.

Questi ultimi, non a caso, si mostrano, talvolta, ostentando sulla pelle intere foreste di tatuaggi senza senso, ma ciò, tale vezzo, sarebbe il meno se non denotassero eccessi e cadute indiscutibilmente riprovevoli: sputi in faccia ad avversari sul campo, passeggiate con i tacchetti sul corpo dei medesimi, distesi per terra, testate o gomitate sul volto, veri e propri atti delinquenziali.

Uscendo dal terreno di gioco, alla sensibilità comune e all’osservazione d’ogni giorno, piace e trasmette gioia l’immagine del girasole, pianticella che nasce e cresce da sola, offrendosi con i suoi caldi colori e stimolando l’attenzione dello spettatore per il capolino che tende a seguire il corso del sole, l’astro idealmente inteso come luce giusta, rettitudine.

Si fanno amare, i girasoli e si rivelerebbe un’autentica fortuna, una grande conquista se i calciatori, tutti indistintamente, emulassero i girasoli, tenendo la mente e i pensieri lontani e distanti dai richiami d’utilità meno che regolari e legittime.

Sarebbe bello e gratificante poter assistere, in ogni partita di calcio o evento sportivo, allo stadio o davanti al TV, a rappresentazioni avvincenti ed esemplari del genere della recente finale di champions league fra Barcellona e Manchester United.

 

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