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C’era una volta un Bosco del Re

Le favole sono belle e questa è quella che mi piace di più.

C'era una volta un Bosco del Re

Tanto tempo fa, ai piedi di un vulcano, c’era un Bosco dove il Re andava a caccia, era proprio un Bosco Reale.
 
I sudditi era tutti ossequiosi verso il Re, non gli mancavano mai di rispetto, pagavano sempre le tasse, non commettevano mai reati, non protestavano mai.
 
Il Re un giorno si stufò di andare a caccia e si trasferì nella capitale.
 
Faceva sempre feste, si divertiva, faceva banchetti anche con i prodotti della terra del suo Bosco Reale.
 
Tutte queste feste creavano però un problema, con centinaia di invitati si producevano tanti scarti, rifiuti e non volendo sentire la puzza della putrefazione, il Re pensò di metterli su dei grandi carri e li spedì nel Bosco Reale dove prima andava a caccia.
 
I sudditi nel Bosco Reale non si lamentavano, continuavano a pagare le tasse, a comportarsi civilmente e più arrivavano i rifiuti più erano buoni.
 
Il più buono di tutti era il loro rappresentante, che per ingraziarsi i favori del Re, ogni settimana mandava un fascio di rose rosse alla Regina, effettivamente lui era proprio un pezzo di pane, in cambio dei rifiuti mandava rose, e il Re quando parlava con i cortigiani elogiava sempre quell’amministratore.
 
Un giorno lo chiamò a corte e lo nominò Conte affidandogli tutto il territorio del Bosco Reale.
 
Così vissero tutti felici e contenti.

Morale della favola: i sudditi sono sempre contenti, anche quando vengono maltrattati, perciò il nome se lo meritano tutto, insieme ad una montagna di balle di rifiuti.
 
 
Bosco Reale 20 dicembre 2012 - i soliti "facinorosi"

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