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Body Shaming: una forma di bullismo virale

Con il termine Body “Shaming” ci si riferisce al giudizio negativo espresso mediante aspre critiche o continui comportamenti canzonatori nei confronti di una persona per via dell’aspetto fisico, qualunque esso sia. Si attua Body Shaming sia nei confronti di una persona ritenuta “troppo grassa” che di una ritenuta “troppo magra”, e così via per qualunque parte del corpo.

Si è sentito parlare molto di tale “fenomeno”, soprattutto negli ultimi tempi, a causa di numerosi insulti pubblicati sui social e rivolti a personaggi di spicco per via dei loro cambiamenti fisici.

Tramite i social, infatti, molte persone sono in grado di elargire commenti negativi senza preoccuparsi delle ripercussioni che le proprie parole potranno avere sui diretti interessati. Chi scrive spesso si sente deresponsabilizzato proprio per via del mezzo tramite cui si esprime, come se lasciare un commento sotto ad una foto potesse essere innocuo e meno dannoso (Elebe, 2018).

Il Body Shaming è una vera e propria forma di bullismo. Un’arma sottile ed efficace che spesso si presenta sotto forma di cyberbullismo e che risulta molto diffusa soprattutto tra i giovanissimi, per i quali il giudizio altrui riveste un ruolo estremamente importante (Ringrose et al, 2015) e dove i social costituiscono un vero e proprio mondo, alternativo a quello reale, in cui relazionarsi. Sembra che la maggior parte degli adolescenti, infatti abbia subito insulti rivolti alla propria forma fisica o al proprio aspetto. Gli insulti, inoltre, non riguardano solo il mondo femminile -dove una donna su due afferma di aver subito aspri giudizi sulla propria forma fisica- ma coinvolgono sempre più spesso anche quello maschile. Secondo un’indagine condotta dall’associazione Nutrimente Onlus tra le fasce di popolazione più sensibili a questa tipologia di cyberbullismo vediamo al primo posto proprio gli adolescenti tra i 18 e i 21 anni (32 %), al secondo posto le donne tra i 25 e i 31 anni (27%).

L’atteggiamento da bullo di chi attua il Body Shaming, però, non appartiene solamente ai cosiddetti “leoni da tastiera”; in realtà, in un modo o nell’altro, molti di noi si ritrovano a fare Body-Shaming senza nemmeno rendersene conto. Tale atteggiamento, inoltre, non sembra essere rivolto solo verso gli altri ma anche verso noi stessi. C’è spesso una parte di noi che ci “accusa” di non essere perfetti, di non essere all’altezza dei canoni prefissati e che prova vergogna per il proprio corpo. Quante volte ci è capitato di preoccuparci del nostro aspetto prima di un evento importante o di una gita al mare? Spesso i più severi giudici siamo proprio noi stessi, condizionati dalle immagini preconfezionate di perfezione assoluta imposte/proposte dalla cultura di riferimento.

Senza rendercene conto diventiamo aggressivi e giudicanti verso noi stessi e verso gli altri.

Come accade nel caso del rispetto dell’altro diverso da sé, che viene o meno trasmesso tramite le parole più semplici e in modi impliciti ai più piccoli, lo stesso vale per il rispetto del corpo, proprio e altrui.

Sarebbe auspicabile prestare attenzione a quanto trasmettiamo agli altri, soprattutto a chi ci prende come punto di riferimento o come modello a cui ispirarsi.

Le insicurezze sul proprio corpo o i giudizi eccessivamente aspri che spesso, senza neanche pensare, rivolgiamo a noi stessi e agli altri potrebbero lasciar passare un messaggio erroneo che verrebbe poi ulteriormente rinforzato da quanto proposto dai media.

Quale sarebbe dunque questo messaggio?

Che bisogna vergognarsi, che non si potrà mai indossare un determinato vestito o un paio di pantaloni perché non si ha la taglia giusta. Il corpo -delle donne principalmente ma anche degli uomini soprattutto negli ultimi anni- viene posto a dura critica anche nei discorsi più semplici. Così facendo si rischia di trasmettere a chi non ha ancora mai provato disagio per il proprio corpo che magari dovrebbe. Senza rendercene conto sarà capitato a molti di noi di aver espresso un commento alla leggera, un giudizio a cui magari non avrà fatto caso ma che riflette ampiamente quale sia il nostro assetto di credenze sul corpo.

È emerso che il Body-Shaming può avere forti ripercussioni sulla salute psico-fisica di coloro che ne sono vittime partendo dal compromettere gravemente l’autostima.

Sembra emergere sempre di più, inoltre, una correlazione tra l’aver subito Body Shaming e l’insorgenza di disturbi sia cardiovascolari che metabolici rispetto a chi non ha subito tale bullismo (Pearl, 2016). Più in generale: l’apprendimento di un senso di vergogna derivante dal proprio aspetto esteriore unito ai pregiudizi ad esso associati possono concorrere ad una cattiva salute (ibidem). Stando a quanto suggerito da Pearl (2016) vi sarebbe una credenza comune erronea secondo la quale il disprezzo per la propria forma fisica potrebbe portare certi tipi di individui a raggiungere il livello di motivazione necessario per raggiungere il peso ideale. Le cose non stanno assolutamente così, sembra infatti, soprattutto nel caso di soggetti obesi, che più questi provano vergogna per via del proprio peso più tendono ad evitare l’esercizio fisico in favore di un più elevato introito calorico, innescando una sorta di circolo vizioso.

I social da un lato hanno contribuito sempre più al dilagare del body shaming, dall’altro iniziano ad essere sempre più utilizzati anche da chi tale pratica di bullismo vuole combatterla. Sorgono così, nelle piattaforme più famose degli ultimi tempi, numerosissimi hashtag che inneggiano alla ribellione, al self-love e quindi all’accettazione di sé in tutte le proprie imperfezioni che rendono l’individuo ciò che è, unico nel suo genere.

 

Tirocinante: Claudia Isaia

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia:

Elebe, M. I. (2018). Sexual violence and online body shaming. 이화여자대학교 아시아여성학센터 학술대회자료집, 4-9.

Pearl, R. L., & Puhl, R. M. (2016). The distinct effects of internalizing weight bias: An experimental study. Body Image17, 38-42.

Ringrose, J., & Harvey, L. (2015). Boobs, back-off, six packs and bits: Mediated body parts, gendered reward, and sexual shame in teens’ sexting images. Continuum29(2), 205-217.

 

Sitografia:

https://www.waldeneatingdisorders.com/body-shaming-what-is-it-why-do-we-do-it/

http://www.ninjamarketing.it/2017/11/17/body-shaming-caso-rihanna-consigli-antibulli/

https://www.waldeneatingdisorders.com/body-shaming-what-is-it-why-do-we-do-it/

http://www.bullyingstatistics.org/content/fat-shaming-and-body-shaming.html

https://www.telegraph.co.uk/news/2017/01/29/fat-shaming-actually-makes-peoples-health-worse-study-pennsylvania/

https://www.sciencedaily.com/releases/2017/01/170126082024.htm

https://www.focus.it/scienza/salute/rischi-da-body-shaming-insulti-social-sulla-forma-fisica-a-1-donna-su-2

http://nutrimente.org/comunicati-stampa

Questo articolo è stato pubblicato qui

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