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 Home page > Tribuna Libera > Berlusconi a Tunisi? Ovunque ma non al Tribunale di Milano

Berlusconi a Tunisi? Ovunque ma non al Tribunale di Milano

Straordinario il successo personale ottenuto da Silvio Berlusconi con il viaggio a Tunisi che ha compiuto lunedì in compagnia di Bobo "Mestizia" Maroni. A voi non è sembrato? Come sempre, questione di punti di vista.

E' stata del tutto inusuale, rispetto alla normale prassi della diplomazia, la missione a Tunisi di Berlusconi e Maroni, volati fino alla capitale tunisina per cercare di porre un freno alle partenze d’esuli (sapete che ho un rapporto difficile col lessico italiano: mettete voi l'espressione che vi pare più giusta; a me questa pare perfetta) verso l'Italia; si è conclusa con un nulla di fatto, e proprio in questo sta la sua eccezionalità, dimostrazione lampante della gravità dell'emergenza.

Normalmente, Primi Ministri e Capi di Stato s'incontrano per definire gli ultimi dettagli d’accordi già stilati, di fatto, dalle diplomazie; spesso, addirittura, queste riunioni avvengono solo per il rituale della firma: una bella cerimonia che consente ad ognuno dei presidenti di recitare un alto discorso, di quelli che ai loro sceneggiatori piace tanto scrivere, e che fornisce un buon titolo ai telegiornali della sera dei rispettivi paesi

Niente di tutto questo a Tunisi; nulla era stato preparato, i nostri Bibì e Bibò sono andati, hanno incontrato il primo ministro tunisino Beji Kaid Essebsi, e, apparentemente, se ne sono tornati indietro senza aver concluso nulla.

L'apparentemente che appare nella frase precedente, (oggi mi va di gigioneggiare con le parole; sarà la primavera) non è casuale.

Solo per gli osservatori distratti, infatti, la missione di Berlusconi è stata un insuccesso; per chi l'ha osservata da una prospettiva lampedusana, per così dire, e quindi completamente sbagliata.

Basta guardare alla stessa vicenda da Milano, comprendere quale fosse la vera natura dell'emergenza ci cui scrivo al primo capoverso, e si deve ammettere che Berlusconi, ancora una volta, ha ottenuto il più completo dei successi.

Proprio mentre il Presidente del Consiglio ai trovava a Tunisi , infatti, si è tenuta nella capitale lombarda un’udienza del processo Mediatrade, cui televisioni e giornali han dato in genere ben poca rilevanza, cui lui, da imputato, avrebbe dovuto partecipare. Di più: l’udienza era stata fissata per quel giorno proprio perché Berlusconi, oberato da impegni della più varia natura, solo il lunedì si è dichiarato disponibile ad andare in tribunale.

Una bruttissima storia di fondi neri, costituiti grazie all’uso d’intermediari e di una costellazione di società in paradisi fiscali, quella di cui si occupa quel processo, che, anche prescindendo dalle responsabilità penali, certo non mette in buona luce chi, ad ogni buon conto, quelle società ha costituto.

Come per la vicenda Ruby, a ben vedere, due sono le alternative per Berlusconi: o è condannato e dichiarato colpevole, o è assolto e dichiarato ufficialmente fesso.

Un "fesso" che crede alla prima sciacquetta che incontra nel caso Ruby; un "fesso" che, avendo alle spalle Mediaset, non compra direttamente i diritti televisivi dalle major americane, ma si fa infinocchiare dal primo faccendiere che passa per la sua strada, perdendo colossali cifre di denaro, nel caso Mediatrade.

I lunedì, questa è la vera grave emergenza, Berlusconi ha tutto l’interesse a trovarsi qualcosa d’urgente da fare; ad essere a Tunisi o ad Ulan Bator, ma non a Milano: nulla, ma proprio nulla, di buono può uscire per lui da quei processi e meno ancora, solo pubblicità negativa, dalla sua presenza alle udienze.

E gli immigrati? L’onda barbarica da fermare ad ogni costo, pena la scomparsa delle civiltà occidentale? Come si respinge quel 5% del totale dei clandestini (lo zero virgola qualcosa per cento di quelli che entrano in Europa) che arriva nel nostro paese via mare? Che si fa, adesso, in particolare, della decina di migliaia arrivati sulle nostre coste nelle ultime settimane?

La soluzione? Gli si dà un permesso di soggiorno e li si lascia liberi di andare a cercare la propria fortuna. Ovvio. Non si poteva farlo prima? Non si poteva evitare loro tante sofferenze e tanti disagi ai lampedusani? Non si poteva, quando si strillava all’arrivo di milioni di profughi, organizzare un minimo di strutture d’accoglienza?

Domande le cui risposte sono scontate, se si ha un minimo d’onestà intellettuale, e indicano, tutte, quanto insufficiente sia stata l’azione del governo. Peggio, quanto criminale sia stato utilizzare quei disperati, e gli abitanti di Lampedusa, per fare propaganda politica della peggior specie.

Intanto, sempre per fermare quel quasi niente per certo di disperati, in un gesto il cui valore, peraltro solo simbolico, sarà apprezzato solo dalla parte più becera dell’elettorato leghista, oggi Maroni è volato di nuovo a Tunisi per cercare di stringere quell’accordo che non si è raggiunto ieri.

Le autorità Tunisine, a quanto pare, ricevono anche di martedì.

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