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Beit Hanoun, apaches israeliani uccidono due ragazzi palestinesi di 20 e 17 anni

Aveva 20 anni Mohammed Shaker Abu Ouda, solo 17 Achmed Khaled Abu Murad. Vivevano a Beit Hanoun, città di 35.000 abitanti a nordest della Striscia di Gaza, ad appena sei chilometri dalla città israeliana di Sderot.

Era la mattina del 18 gennaio quando, secondo testimonianze, Mohammed e Achmed sono stati attaccati e uccisi da apaches israeliani mentre erano intenti a raccogliere materiale da costruzione nei pressi del confine. Mohammed è morto sul colpo, Achmed è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni, ma a nulla sono valsi i tentativi di salvargli la vita.

Sul luogo dell’accaduto è stato ritrovato uno dei missili lanciati dagli apaches israeliani (nella foto) che hanno provocato l’ennesima tragedia nella martoriata Striscia di Gaza. In una situazione del genere qualsiasi attività svolta all’aperto, anche la più banale, diventa rischiosa o mortale come nel caso di Mohammed e Achmed.

Fonti dell’International Solidarity Movement riferiscono di un continuo stato di allerta, con la presenza di droni israeliani che sorvolano il cielo di Gaza a basse altitudini fino a notte fonda. Confinante con le città del Negev, Beit Hanoun è tristemente nota per la terribile serie di attacchi subiti per mano dell’esercito israeliano sul finire del 2006, culminati nella strage dell’8 novembre. Un massacro compiuto nella notte dai colpi di un carro armato. 18 persone, tra le quali donne e bambini, persero la vita nel sonno.

Il governo israeliano minimizzò l’accaduto parlando di un errore e annunciando ulteriori azioni militari fino a quando i palestinesi non avessero cessato il lancio di colpi di mortaio contro gli insediamenti.

Un pretesto (i danni provocati a cose e persone dai “bombardamenti” palestinesi furono di trascurabile entità) per giustificare la necessità di tenere sotto pressione una città considerata, dopo il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza nel 2005, un “pericoloso avamposto” dei combattenti palestinesi.

Più di cinque anni dopo a Beit Hanoun si continua a morire

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.83) 23 gennaio 2012 10:38

    la guerra o la risposta violenza è sempre condannabile.

    israele ha il diritto a difendersi. io sono stato lì poco tempo, durante la mia permanenza è successo qualcosa e di rimpetto avveniva la risposta israeliana.

    israele ha scelto la linea di rispondere a provocazioni che possano danneggiare la popolazione o quanti vi abitano all’interno dello stato.

    se ci fossimo noi, probabilmente faremmo la stessa cosa.

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