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Aurigemma corre come un treno su appalto e progetto della Metro B1

Non accennano a placarsi in IV Municipio le polemiche tra Comune di Roma e gran parte dei Comitati di quartiere sul prolungamento della Metro B1 Jonio-Bufalotta, che si vorrebbe finanziata ricavando 649 milioni di euro da “valorizzazioni immobiliari” in un territorio stremato negli ultimi anni da 20 milioni di metri cubi di edilizia residenziale con un impatto ambientale paralizzante anche per la viabilità e la qualità della vita. 

Il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV, avvalendosi di un qualificato gruppo di esperti universitari produceva sul progetto e trasmetteva al comune di Roma nell’ottobre 2011 un documento di osservazioni in cui venivano segnalate numerose e rilevanti criticità a più livelli. Il comune di Roma a gennaio 2012 pubblicava infine sul suo sito il Documento della Partecipazione previsto dal Procedimento Partecipativo in corso, ma a tale documento il Coordinamento replicava in data 31 gennaio 2012 segnalando ancora i principali limiti del progetto nel Documento non chiariti. Ne parliamo con Andrea Staffa Presidente del Cdq “Salviamo Talenti.”

Perché il coordinamento Cdq, pur non dichiarandosi contrario alla Metro se finanziata con denaro pubblico, ne contrasta il progetto?

Innanzitutto i costi elevatissimi di costruzione, 649 milioni di euro per meno di 4 Km e tre fermate, un costo quasi il doppio rispetto ad analoghi progetti italiani ed esteri e che avrà un impatto forte sui costi di esercizio, per un’utenza stimata da Roma di soli 9.330 passeggeri all’ora, utenza che non giustifica le cifre del progetto e che potrebbe essere ovviata con soluzioni meno onerose, per esempio una tramvia di superficie in corsia protetta, con un’adeguata frequenza, del tutto analoga a quella in via di realizzazione da parte dello stesso Comune lungo il Corridoio del trasporto pubblico dall’EUR a Tor Pagnotta.

L’aver denunciato irregolarità del progetto non ha fermato l’assessore Aurigemma, che dichiara a Repubblica prossimi l’appalto e l’avvio dei lavori.

Il progetto della Metro B1 nella tratta Conca d’Oro-Jonio presenta rilevanti irregolarità, segnalate dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (delib. n. 31/2011), che ha aperto anche procedure di verifica sul progetto in esame. Nonostante rilievi e proteste della cittadinanza, nonostante l’elevato costo e la mancanza di fonti di finanziamento certe e la necessità di una variante urbanistica al vigente PRG (essendo mutato il tracciato) il comune di Roma sta proseguendo come un treno sulla strada dell’appalto e dell’avvio dei lavori.

Sui costi esagerati e ubicazione del’opera?

Circa 153 milioni di euro al Km, a fronte di costi ben più ridotti sia a Milano che a Torino, mentre i ricavi non sarebbero sufficienti a coprire le spese di esercizio, per far fronte alle quali il comune di Roma dovrebbe in seguito farsi carico annualmente di svariate decine di milioni di Euro all’anno, il che con la situazione debitoria del comune di Roma, appare inaccettabile e presupporrebbe ulteriori tagli a servizi dei cittadini ed aumenti di tasse. Appare inoltre incredibile, e forse rivelatore di altri ancora celati obiettivi, che il comune di Roma stia andando a portare i due prolungamenti della Metro B, Metro B2 da Rebibbia a Casal Monastero, e Metro B1 da Jonio a Bufalotta-Porta di Roma, quasi a toccarsi, in quanto i due capolinea sono progettati in prossimità del G.R.A. a soli 3,8 chilometri l’uno dall’altro, fatto del tutto incongruo se si considera che avviene in un arco complessivo dello stesso G.R.A. di oltre 60 chilometri.

L’analisi costi-benefici sui trasporti?

Il programma di esercizio della linea B1 evidenzia una portata massima di soli 9.330 passeggeri/ora, che porterebbe un beneficio alla città in termini di spostamento modale verso il trasporto pubblico molto ridotto, ossia di solo 1,5%. Il prolungamento “pesante” della linea Metro B1 che si vuole realizzare appare quindi del tutto ipertrofico rispetto alle esigenze trasportistiche dichiarate dell’area. Non è stata proposta alla cittadinanza alcuna seria alternativa, che potrebbe consistere nella realizzazione di una linea “tram veloce di superficie” in corsia protetta, di minor impatto, con potenzialità di servizio più capillari, e costi di esercizio minori. Particolarmente incongrua appare l’attestazione del capolinea dell’opera non all’esterno del G.R.A., ove potrebbe più facilmente attrarre il bacino di utenza della popolosa area a nord del raccordo, ma all’interno dello stesso, con un prevedibile aumento del traffico veicolare, tale da mettere in definitiva crisi l’uscita Bufalotta .

I Comitati chiedono che il Comune ritiri subito il Progetto presentato o un terza fase del processo partecipativo?

Innanzitutto che si riapra una terza fase di “progettazione partecipata”, al fine di procedere ad una più ampia valutazione delle esigenze di mobilità di questa parte della città, e delle possibili alternative alla scelta progettuale di metropolitana pesante. Nel caso di prosecuzione dell’iter del progetto di prolungamento così come attualmente previsto, nonostante le inequivocabili carenze dei dati trasportistici, urbanistici, ed economici messi in evidenza con le Osservazioni del 30 ottobre 2011, ribadite a gennaio 2012 in risposta al Documento della Partecipazione, il Coordinamento dei CDQ è pronto ad agire in tutte le sedi opportune al fine di tutelare e garantire gli interessi della cittadinanza del Municipio IV di Roma, procedendo in particolare a ricorsi formali nelle sedi amministrative deputate avverso ogni ulteriore atto e/o passo amministrativo che l’Amministrazione comunale di Roma intenda portare avanti.

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