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Attentato terroristico a Marrakech

L'orrore terroristico ha macchiato ieri, poco dopo mezzogiorno la piazza Jamaa El-Fna, la più importante di Marrakech, uno dei luoghi più caratteristici del Marocco, considerata patrimonio dell'umanità, l'esplosione ha distrutto il famoso caffè Argana, frequentatissimo da turisti stranieri.

16 i morti accertati sinora, una ventina di feriti, e la paura di qualcosa che nell'ombra trama contro la serena convivenza in un paese del Nord Africa considerato il più tollerante, il più occidentale, fra tutti i paesi musulmani. Un paese che avanza con ritmi di crescita economica che definiremmo quasi 'cinesi'. Un paese che ha stabilito rapporti di libero scambio con l'Europa, ed accordi di partenariato da farne quasi una propaggine europea in terra d'Africa.

Tutto ciò, evidentemente, disturba chi vede nell'Islam una giustificazione ad un integralismo bieco e medievale, che porta a scivolare verso una regressione storica. Contrariamente a quanto successo in Tunisia, in Egitto, in Libia, in Siria, in Iemen, dove i regimi sono stati messi aspramente in discussione dal popolo e dopo decenni hanno immediatamente ceduto alla spallata popolare lasciando il potere, in Marocco la contestazione al re Mohammed VI, pacifica e propositiva, ha avuto una immediata risposta da parte di Sua Maestà, che ha incaricato alcuni fra i più importanti costituzionalisti di stilare un nuovo testo di carta costituzionale che sarà presentato il prossimo 15 giugno. Imprevedibili gli sviluppi di questo attentato a Marrakech, il re ha dato ordini perentori: vuole una inchiesta rapida e chiara, e credo che presto si conoscerà la verità sugli attentatori e sui mandanti. Quel che è certo è che chi ha voluto colpire il Marocco l'ha fatto nel settore economico più importante, il turismo, e nel luogo che del turismo in Marocco è da sempre il simbolo per eccellenza: la piazza Jamaa El-Fna. Franco Caminiti.

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