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Arrestato Iovine: complimenti Roberto

Antonio Iovine è stato arrestato. A guidare gli uomini a Casale di Principe e a portarlo a Napoli, dopo l’arresto, è stato Vittorio Pisani. Non molto tempo fa, il 15 ottobre 2009, Giuseppe D’Avanzo chiudeva un articolo con una frase lapidaria: e Pisani non può più restare a Napoli. E chi lo arrestava allora Iovine? Il lungo e complesso articolo ribatteva alle dichiarazioni di Pisani che non ravvedeva la necessità della scorta a Roberto Saviano.
 
Roberto Saviano e Giuseppe D’Avanzo parlano di casalesi, Pisani li arresta. Non sarebbe il caso di un articolo di scuse da parte di D’Avanzo? Certo Pisani non scriverà ora che D’Avanzo non può più restare a la Repubblica. Detto questo, per semplice verità storica, facciamo i complimenti a Roberto. Una polemica tra Roberto Saviano e Roberto Maroni (che andavano d’amore e d’accordo) fa scattare l’arresto di Antonio Iovine. Questa sembra essere la scaletta di uno spettacolo. Perfetto. Probabilmente hanno creato ad arte la polemica per far dare uno scatto di reni a questa operazione che, Maroni rivelava poco prima che accadesse ai giornalisti a Montecitorio.
 
Un articolo giornalistico serio ora citerebbe le fonti di una chicchera che girava da tempo in zona Casale di Principe: Zagaria e Iovine sono sul territorio. Non li prendono perché protetti. O perché non è giunto ancora il loro momento. Forze dell’ordine ne hanno sempre parlato in questi termini. Certo mancano le fonti, o per meglio dire non si potranno mai citare e quindi rimane solo un’ipotesi in questa scaletta a dir poco televisiva. Non si potrà mica dire che in un momento di difficoltà del Governo e in corso di trasmissione una trasmissione che non rivela poi tanto, hanno condannato Iovine. Casale di Principe dove hanno mandato centinaia di uomini e anche uomini dei servizi. E non per dire non è una megalopoli e neanche una città, ma un paese, neanche tanto grande. Eppure lì si nascondeva il latitante Iovine.
 

 
Sarà questo il perché del sorriso di O’Ninno quando esce dalla questura di via Medina a Napoli? Che ha uno sguardo di sorpresa solo quando dalla folla qualcuno grida: uccidetelo e la telecamera di Alessandro Chetta del Corriere lo riprende perfettamente. La domanda di oggi è: parlerà Iovine? A pentirsi non credo proprio, un imprenditore di quella portata non si pente di aver semplicemente fatto soldi in un territorio libero dallo Stato. Quindi il pentimento è fuori discussione. Ma può fare rivelazioni Iovine, raccontare la vera gestione politica di quasi tutta la Campania e non solo. Non lo vedo un uomo da galera a 41bis, con il suo girocollo amaranto. Iovine può contrattare la sua libertà, non invocarla a fronte di un pentimento. Qui risiede la nuova camorra e la sua forza. Il capoclan ha avuto appoggi, e influenti. Molto e molti. Perché non si parla di chi ha coperto la sua latitanza e si dà la responsabilità a tutta la gente di Casale di Principe di averlo coperto? Quasi una società incivile contro una società civile e giusta. Non torna questo, anche se è perfetto per una scaletta televisiva. Schiavone e Bidognetti sono uomini di vecchia tempera, ruvidi e duri. Non parlano. Ma Iovine? Comunque il tempo, come per D’Avanzo e Pisani, è galantuomo, e ci basta il sorriso di O’Ninno in manette. Un arresto di Stato, e quindi possiamo stare tranquilli. Altrimenti dovremmo pensare che in Italia nulla accade per caso, e sarebbe meglio fare le valigie per davvero.
 
Nota a margine: arresteranno Michele Zagaria e poi Nicola Cosentino, o soltanto Michele Zagaria, o soltanto Nicola Cosentino. Oppure tutti liberi? 
 
Credits Foto: Corriere del Mezzogiorno
 

Commenti all'articolo

  • Di sandrokhan80 (---.---.---.179) 21 novembre 2010 00:13

    Caro Sergio, apprezzo molto il tuo lavoro e sto appunto finendo di leggere con grande interesse il tuo "Io per fortuna c’ho la camorra". La tempistica dell’arresto di Iovine mi ha ricordato quella dall’arresto di Provenzano. Il caso esiste ed è una forza beffarda e potente ma è anche vero che ad ogni grave crisi politica vi è l’arresto di un’importante boss. La differenza tra i due casi è però notevole! Al tempo dei maxi-processi a cosa nostra i giornali scrivevano pagine e pagine e i processi venivano visti in TV addirittura. Il nome di Provenzano lo conoscevano dalla valle d’Aosta a Lampedusa. Dopo vent’anni l’Italia è cambiata in peggio e i processi alla camorra campana, di importanza non inferiore, non ricevono che trafiletti sui giornali e fugaci citazioni nei TG. Nessuno conosceva Iovine fino a ieri e probabilmente domani l’avrà dimenticato. E’ per questo che non comprendo quale possa essere il senso di questo triangolo Saviano-Maroni-Iovine che tu suggerivi nel tuo articolo di sopra. Mi dispiace anche vedere queste tue stilettate a Roberto Saviano visto il grande rispetto che provo per il lavoro di entrambi. Immagino sarai infastidito da questo continuo rapportati a Roberto ma, visto tutto ciò che è successo, è inevitabile che accada per chi scrive di camorra ...per lo meno per i prossimo cento anni!

  • Di (---.---.---.11) 21 novembre 2010 11:00

    Grazie per le tue parole di apprezzamento. 

    La differenza, almeno su base teorica, e che oggi a decidere la cattura di un boss possa anche essere una polemica TV.

    Detto questo nel mio pezzo cercavo di ricordare quanto aveva detto D’Avanzo su Vittorio Pisani e, vedo che ancora nessun grande giornale rispolvera la questione. Un giornalista ha chiesto le dimissioni di un poliziotto che viene lodato per la cattura di un super latitante. 

    Scrivere e dimenticare, la cifra stilistica di questo Paese. 

    Non stiletto nessuno. Constato con dispiacere alcune questioni. Nella polemica Lega Saviano, nessuno si è ricordato di Giulio Cavalli. Sarebbe stato bello avere una voce forte del Sud (Saviano) che introduceva per la Ndragheta al Nord una voce forte del Nord ( e sotto scorta anche!) la voce di Giulio Cavalli, che racconta da anni di queste infiltrazioni e perciò è stato minacciato di morte. Credo che in questa maniera si fa comprendere come tanti sono al lavoro per una società ripulita dalle mafie e non solo qualcuno. 

    Temo i meccanismi editoriali in generale che ama creare martiri ed eroi, invece che cittadini consapevoli. 

    Mi domando se ci si vuole accontentare dei milioni di spettatori o è preferibile presentare il lavoro, anche aggiungo, di tanti che scrivono, gestiscono beni confiscati e lottano ogni giorno. 

    Milioni di TV spettatori non credo che faranno mai la differenza, solo per l’auditel. Dimostrare che ci sono migliaia e migliaia di cittadini italiani che conoscono la realtà e la cambiano, beh credo che gli esempi concreti e reali possano trasformare la società. 

    Sergio Nazzaro 
    • Di sandrokhan80 (---.---.---.179) 21 novembre 2010 14:54

      La tua citazione della polemica di un anno fa D’Avanzo/Pisani è importante. Fu un errore!

      Ti sbagli, un grosso giornale ha rispolverato la questione, anzi, non un giornale ma "Il giornale".
      Francesco Raiola in questo  articolo di Agoravox analizza la questione affermando come il tutto sia in definitiva stato utilizzato dalla "macchina del fango". Fare il Giornalista (con la "G" maiuscola) oggi in Italia è tremendamente difficile, il lavoro più avvelenato possa esistere! Scrivere e dimenticare? I cacciatori del fango non dimenticano nulla e spulciano pure il giornalino scolastico in cui scrivevi a sedicianni. 
      Sarebbe stato bellissimo aver dato spazio televisivo a Giulio Cavalli. Era decisamente la situazione giusta per presentarlo al grande pubblico. Per una persona sotto scorta come Giulio un po di visibilità è un fattore non secondario.... può migliorarti la salute!

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